Alien
Consigliato
Voto:
Sull'astronave da carico Nostromo, le sette persone dell'equipaggio si svegliano dall'ipersonno per controllare quello che pare un messaggio di soccorso. Il capitano Dallas (Tom Skerritt), seguito dai suoi uomini, atterra sul desolato pianeta LV-426 che sembra ospitare solo un'astronave impattata al suolo. Kane (John Hurt) scopre in quella nave spaziale delle strane uova giganti, una delle quali si apre liberando un essere alieno che gli si aggrappa al volto. L’uomo viene riportato sulla Nostromo nonostante le proteste di Ripley (Sigourney Weaver), seconda in comando, che avrebbe preferito imporre una quarantena. Dopo i test scientifici compiuti dall’algido ufficiale Ash (Ian Holm), il facehugger si stacca e muore; Kane si riprende ma il suo buono stato di salute è temporaneo. L'equipaggio si troverà a dover combattere contro un grosso alieno la cui sola finalità è sterminare gli astronauti.
LA RECE
Fantahorror epocale e seminale a dismisura, benché anch'esso abbia i suoi riferimenti d'origine (e uno è il nostro Bava!). Un must
Capolavoro della fantascienza horror nato dalla penna di Dan O'Bannon e Ronald Shusett. I due si incontrarono negli anni Settanta per sistemare l’adattamento di una storia di Philip K. Dick di cui Shusett aveva comprato i diritti. Si trattava di "Ricordiamo per voi" (We Can Remember It for You Wholesale) da cui, poi, sarà tratto Atto di forza (1990). In quelle riunioni di lavoro, O'Bannon disse al compare che era rimasto bloccato su un soggetto che riguardava un alieno su un'astronave, e chiese una mano a Shusett. Questi accettò di aiutarlo e i due si misero, come prima cosa, al lavoro sul soggetto dell'alieno perché ritenevano che, dei due progetti, fosse il più semplice e il meno valido. Quando lo script fu pronto e venne consegnato ai potenziali produttori, chi lesse per la prima volta il soggetto liquidò così Star beast, nome originario di quello che sarebbe diventato Alien: “È come lo Squalo ma nello spazio”. All'inizio, nessuna major sembrava voler produrre un fantascientifico tanto sanguinario e anche la 20th Century-Fox l'aveva rifiutato; l'unico produttore disponibile a finanziare il film era Roger Corman ma se quest’ultimo c’avesse messo mano, avremmo avuto, ad essere fortunati, un simpatico B-movie parecchio distante dalla memorabilità che invece hanno garantito i finanziamenti della Fox dopo che Walter Hill mostrò interesse per la cosa. Ne sortì, grazie al cielo, un fantahorror epocale e seminale oltre ogni dire, sul quale si è già detto quasi tutto; i trivia sottostanti sono un ricco compendio aneddotico. Per rileggere Alien, vale forse la pena deviare dalle comuni recensioni e andare un po’ più in profondità sfruttando il lavoro compiuto dai Gabbard in "Cinema e psichiatria" (1999). Per osare una lettura psicodinamica di questo tipo di materiale occorre rifarsi alla teoria degli oggetti parziali sviluppata da Melanie Klein per la quale il bambino, nelle prime fasi dell'infanzia, reagisce all'angoscia utilizzando meccanismi di difesa quali introiezione, proiezione e identificazione proiettiva. Detto nel modo più semplice possibile, il bambino si sforza di tenere in sé ciò che è buono e felice, e di proiettare all'esterno ciò che è cattivo. In alcuni casi, poi, il bambino proietta fuori gli oggetti buoni per tenerli al sicuro da quelli cattivi interni o può anche introiettare gli oggetti persecutori esterni per tenerli sotto controllo. Ma che cos'è un "oggetto", secondo questa teoria? Uno dei primi oggetti con cui viene in contatto il bambino è il seno materno che diventa parziale nel momento in cui viene vissuto in modo ambivalente: il seno dà il nutrimento (lato buono introiettato) ma dispensa anche frustrazione e angoscia quando viene negato (lato proiettato che diventa persecutorio). Nel momento in cui il bambino carica di paura e aggressività il seno materno, si ha il pericolo che l'oggetto persecutorio possa rientrare in lui per attaccare e distruggere gli oggetti buoni interni e, per estensione del concetto, il suo Io. Per Gabbard, Alien riesce a rievocare queste paure infantili di cui non riusciamo a liberarci mai, anche in età adulta, e ciò rende la pellicola terrificante e affascinante in modo ambivalente, così come lo sono le scenografie curate dall'artista svizzero H.R. Giger le cui creazioni sono notoriamente delle concretizzazioni di fantasie meccanico-sessuali. La Nostromo è un'astronave che non offre nessun luogo dove poter stare al sicuro dallo xenomorfo persecutore né c'è qualcuno che possa garantire la salvezza, anzi, la compagnia Weyland-Yutani e il computer di bordo Madre, che potrebbero simboleggiare l'elemento genitoriale, non solo non aiutano gli astronauti in pericolo ma diventano ulteriore oggetto minaccioso. L'uso delle luci e delle inquadrature parzializza lo xenomorfo; la telecamera indugia sui denti o su altre parti del suo corpo lasciando dubbi sulla sua forma complessiva e, con ciò, rendendolo ancor più inquietante. Anche il facehugger potrebbe in qualche modo essere paragonato a un seno materno che però aggredisce in maniera fallica il corpo: in parte tiene in vita Kane, d’altra parte gli inocula un oggetto interno che lo distruggerà. La “chestburster scene”, la sequenza in cui l'alieno esce dal petto di Kane, ben rappresenta la proiezione degli oggetti persecutori precedentemente introiettati. Una volta che l'alieno è uscito dal petto di Kane, tutti possono diventarne vittime e l'atteggiamento di sospetto e di paranoia che serpeggia sulla Nostromo è quello tipico della posizione schizo-paranoide che sperimenta il bambino nei primi mesi di vita quando scinde fra oggetti parziali buoni e cattivi, introietta i primi, proietta i secondi e da questi, incon-sciamente, viene perseguitato. La stessa dinamica la si potrà osservare ne la Cosa (1982) di Carpenter, altro notevole fantahorror. I timori aumentano nel momento in cui la figura paterna, incarnata dal capitano Dallas, viene eliminato: proprio quella figura che avrebbe potuto rassicurare e proteggere dagli oggetti cattivi. A questo punto, Ripley dovrà assumere in sé l’elemento maschile ma, cosa palesata nel sequel, sarà la Ripley donna-madre a poter sconfiggere le angosce infantili. Al di là delle letture psicanalitiche, Alien è, nell’anima, un monster-movie che modernizza pellicole di serie-B quali Terrore nello spazio (1965) di Mario Bava e il Mostro dell'astronave (1958) che trasportavano l'orrore nelle profondità siderali creando una minaccia spietata dall’aspetto esotico. Su un piano narrativo, la bravura degli sceneggiatori O’Bannon e Shusset fu di aver evitato certi cliché dei vecchi fantahorror, ad esempio i sub-plot romantici, concentrando l'azione in quello che, in definitiva, si potrebbe definire un “old dark house horror” ma aggiornato all'era tecnologica sulla scia dell'interesse fantascientifico emerso in seguito all'uscita di Guerre stellari (1977). Molto del successo lo si deve alla presenza carismatica dell'androgina Sigourney Weaver, qui al suo primo ruolo da protagonista, la quale Ripley diventa personaggio d'immedesimazione unisex. Molta tensione e poco sangue, l’ottimo uso delle luci, delle musiche e della fotografia fanno di questo film, come fu per pellicole quali Psyco (1960) e Non aprite quella porta (1974), un esempio di come manipolare gli spettatori facendo credere loro d’aver visto di più di quanto, in effetti, abbiano visto. Semplicemente un film necessario, così come sono necessari i sequel: Aliens – scontro finale (1986), Alien3 (1992), Alien – la clonazione (1997) e, anni dopo, i prequel ad alto budget diretti dallo stesso Ridley Scott (Prometheus, 2012; Alien covenant, 2017; Alien: Romulus, 2024), i quali, seppur non perfetti, arricchiscono l’epica degli xenomorfi. Per i fan di bocca buona ci sono anche i balocconi Alien vs Predator (2004) e Alien Vs Predator 2 (2007).
TRIVIA
Ridley Scott (1937) dixit: “Credo che i film stiano diventando più stupidi. Prima erano 50/50, ora è valido il 3% e stupido il 97%. […] Non sto criticando Hollywood perché ci lavoro e in parte ci vivo, ma dico che le cose stanno così: il commercio sta prendendo il sopravvento sull'arte. Il commercio è diventato la cosa più importante nell'industria cinematografica. Hollywood è un'industria, non è una forma d'arte, quindi devono rimanere terra terra. In un certo senso è triste quando si fa un remake, no?!” (IMDb.com).
⟡ Il film costò circa 11 milioni di dollari e ne incassò 104 (372 milioni del 2020) di cui 40,3 solo con il noleggio.
⟡ In un primo abbozzo dello script, Ripley doveva essere un uomo. In effetti tutti i nomi dei personaggi principali furono cambiati da Walter Hill e David Giler durante la revisione dello script originale di Dan O'Bannon e Ronald Shusett. Tale script aveva una clausola che imponeva di mantenere tutti i nomi come unisex in modo che potessero essere attribuiti sia a un uomo sia a una donna. Tuttavia, Shusett e O'Bannon non avrebbero mai pensato che il ruolo di Ripley sarebbe andato a un’attrice.
⟡ Il cervello di Ash fu realizzato mettendo insieme spaghetti, uova di lompo e anelli di cipolle. L'interno delle uova aliene era composto da cuore e stomaco bovino. La coda del facehugger era fatta con intestino di pecora, mentre la carcassa del facehugger analizzata da Ash fu realizzata utilizzando crostacei, quattro ostriche e il rene di una pecora per ricreare gli organi interni. Brandelli di preservativi furono usati per creare i tendini della bocca dello xenomorfo.
⟡ Bolaji Badejo, che nel film indossa la tuta dello xenomorfo, era un pittore scoperto in un pub da uno dei direttori del casting. Era un Masai alto 213 cm con braccia magre, proprio le caratteristiche che servivano per indossare il costume. Fu mandato a corsi di mimo e di tai-chi per imparare a rallentare i movimenti. Gli fu costruita una sedia speciale per farlo riposare: non poteva utilizzare una sedia standard in quanto incompatibile con il costume.
⟡ Lo slime dell'alieno era semplice lubrificante K-Y a base d'acqua per uso sessuale.
⟡ Nella sequenza iniziale, mentre la macchina da presa scarrella nei corridoi della Nostromo, si può vedere un macinacaffè della Krups montato sul muro; è lo stesso modello che diventerà Mr. Fusion in Ritorno al futuro (1985).
⟡ Il laser usato nella scena delle uova nell'astronave aliena era stato noleggiato dalla band degli Who.
⟡ Quando arrivò il momento di selezionare un’attrice per il ruolo di Ripley, il regista chiese una mano a parecchie donne della produzione affinché guardassero i provini e dessero un giudizio dalla prospettiva femminile. Le donne furono impressionate dalla Weaver, allora sconosciuta, la cui presenza sullo schermo fu paragonata a quella di Jane Fonda.
⟡ Ridley Scott ha detto che sono tre i film che hanno avuto influenza su Alien: Guerre stellari (1977) e 2001: Odissea nello spazio (1968) per la rappresentazione dello spazio profondo, e Non aprite quella porta (1974) per il modo di rappresentare l'orrore.
⟡ I progetti grafici di H.R. Giger furono più volti modificati a causa dei loro sottintesi sessuali.
⟡ Il volto dello xenomorfo fu ottenuto dalla modifica dello stampo di un vero teschio umano.
⟡ Ridley Scott voleva un finale più tetro: l'alieno avrebbe staccato con un morso la testa di Ripley quando la donna si fosse trovata sullo shuttle di salvataggio, si sarebbe seduto sulla sua sedia e, con la voce di Ripley, avrebbe iniziato a parlare mandando un messaggio alla Terra. La 20th Century Fox non apprezzò l'idea.
⟡ Furono prodotti tre alieni: un modello e due costumi. Un costume veniva indossato dal masai Bolaji Badejo mentre l'altro era indossato da uno stuntman. Il modello doveva essere ridipinto ogni sera dopo le riprese dal momento che lo slime che ricopriva l'alieno toglieva la pittura acrilica dalla superficie.
⟡ L'astronave Nostromo prende il nome da un romanzo di Joseph Conrad. Lo shuttle di salvataggio che accoglie Ripley si chiama Narcissus, riferimento a un altro libro di Conrad.
⟡ Il vettore grafico che appare sullo schermo di Ripley mostrando la sequenza di sbarco della Nostromo fu usato anche per la sequenza del lancio della macchina volante in Blade runner (1982).
⟡ La maggior parte degli interni della Nostromo sono stati realizzati utilizzando aerei rottamati.
⟡ Per la scena del risveglio dall'ipersonno, le due attrici Veronica Cartwright e Sigourney Weaver hanno dovuto indossare dei copri capezzoli per non offendere gli spettatori di alcuni Stati in cui sarebbe stato proiettato il film.
⟡ Per simulare la spinta dei motori della Nostromo, il regista chiese una mano ad alcuni membri della crew che avrebbero dovuto scuotere i sedili su cui stavano seduti gli attori.
⟡ I progetti iniziali di H.R. Giger per il facehugger furono trattenuti dalla dogana USA che rimase molto allarmata dai disegni. Dan O'Bannon dovette andare in dogana a spiegare che si trattava di bozze per un film horror.
⟡ Per la sequenza dell’esplosione del torace, John Hurt aveva la testa, le spalle e le braccia che uscivano da un buco ricavato nel tavolo, e queste unite a un torace finto pieno di aria compressa e budella di animale. Il resto del cast non sapeva che le budella fossero vere e questo generò una genuina reazione di shock. Il movimento del piccolo xenomorfo uscito dal torace venne realizzato creando un buco nel tavolo mentre una persona della crew stava sotto, poggiato su uno skateboard legato a una fune. Altri membri della crew tiravano velocemente la fune per fare in modo che l'alieno si muovesse. La scena fu realizzata in un solo ciak usando contemporaneamente quattro telecamere. Il grido che fa l'alieno quando esce dal torace di John Hurt è il mix fra il verso di una vipera, quello di un maiale e il pianto di un bambino.
⟡ Per fare in modo che il gatto Jones reagisse con paura, gli fu piazzato di fronte un pastore tedesco.
⟡ Jerry Goldsmith la prese male quando Ridley Scott e il montatore Terry Rawlings misero mano al suo score musicale. Scott pensava che la prima composizione di Goldsmith fosse troppo roboante. Goldsmith fu sbigottito nello scoprire che la sua composizione era stata ritoccata da Rawlings con inserti presi dallo score del film Freud (1962), sempre composto da Goldsmith. Il compositore sviluppò un certo rancore verso i due, rancore che durò fino alla sua morte avvenuta nel 2004.
⟡ Dan O'Bannon e H.R. Giger si conobbero la prima volta mentre lavoravano insieme per Alejandro Jodorowsky che avrebbe voluto girare Dune. Il progetto poi naufragò o, meglio, fu realizzato da David Lynch nel 1984.
⟡ Il Director's Cut rieditato da Ridley Scott nel 2003 è stato realizzato grazie al rinvenimento di 100 scatole di girato originale nascoste in un deposito londinese.
⟡ Furono costruite tre Nostromo: una lunga 30 cm per le riprese a distanza, una di 101 cm per la sequenza dell'atterraggio, e una sezione di 7 tonnellate per le scene in cui l'astronave era posizionata sulla superficie del pianeta. In pratica la Nostromo dovrebbe essere lunga 27 metri, mentre la nave da carico a cui è agganciata raggiungerebbe la lunghezza di 2,4 chilometri. Il nome dell’astronave, costruita avvalendosi della consulenza della NASA, doveva essere originariamente Snark, poi fu cambiato in Leviathan e, alla fine, si scelse Nostromo.
⟡ I due countdown di 30 secondi prima dell'autodistruzione durano rispettivamente 36 e 37 secondi.
⟡ Le tute da astronauta usate da Tom Skerritt, John Hurt e Veronica Cartwright erano enormi, pesanti e con cuciture che non lasciavano passare l'aria e non permettevano l'eliminazione della condensa. Dal momento che gli attori recitavano sotto riflettori caldissimi, la maggior parte del tempo lo passavano a svenire. Sul set c'era un'infermiera pronta a offrire un po' d'ossigeno. Per le riprese a distanza, alcune piccole repliche di quelle tute furono indossate dai figli del regista e da quelli di Derek Vanlint, il direttore alla fotografia; solo dopo che anche i bambini svennero ci si decise ad apportare modifiche alle tute.
⟡ Il primo giorno in cui la Weaver dovette recitare con accanto il gatto, scoprì con terrore che la sua pelle aveva avuto una reazione allergica. Pensò di essere allergica ai gatti e sapeva bene che per la produzione sarebbe stato più semplice cambiare l'attrice che modificare lo script. Si scoprì, poi, che la pelle dell'attrice stava reagendo alla glicerina spray che le veniva vaporizzata addosso per darle l'aspetto sudato.
⟡ La Compagnia alla quale si fa riferimento nel film sarebbe la Weylan Yutani: questo nome verrà pronunciato sette anni dopo nel film di James Cameron. Il nome della compagnia compare comunque alla base di uno degli schermi nella sequenza d'atterraggio, è scritto in verde.
⟡ Oltre ad altri "ingredienti", il costume dello xenomorfo fu realizzato con plastilina e parti del motore di una Rolls Royce.
⟡ L'alieno morto e mummificato che si trova nell'astronave sul pianeta ha assunto il nome di Space Jockey. Quell'oggetto di scena, compreso il "cannone" sul quale è seduto, era alto 8 metri. In quella stessa scena, Lambert, Dallas, e Kane sono stati interpretati da due figli del regista più un terzo bambino, questo per fare in modo che lo Space Jockey sembrasse più grande.
⟡ Per la morte di Parker si costruì un calco in fibra di vetro della testa dell'attore Yaphet Kotto e lo si riempì di cervello di maiale. La fronte fu realizzata in cera in modo che i denti dello xenomorfo potessero penetrarla facilmente. Ai denti dell'alieno furono assicurati degli uncini metallici così che la cera si rompesse nella maniera voluta.
⟡ Il simbolo sulla porta della Nostromo è un quadrato a scacchiera uguale al logo della Purina che produce alimenti per animali.
⟡ I movimenti embrionali del facehugger quando ancora si trova nell'uovo furono realizzati dallo stesso regista usando dei guanti di plastica.
⟡ Il suono in background che si sente nell'infermeria dove è tenuto Kane con in faccia il facehugger, si sente anche nella stanza di Deckard in Blade runner (1982).
⟡ Il pavimento a grate della Nostromo fu creato usando delle casse che contenevano cartoni di latte girate al contrario e ridipinte.
⟡ Il regista disse che, per rendere l'azione più realistica, il ponte di comando fu cablato in modo che un attore seduto alla propria console potesse schiacciare un pulsante che avrebbe acceso una luce nella postazione di un altro. Il cast improvvisò delle routine di lavoro in modo che quando uno faceva qualcosa e accendeva una luce, un altro rispondeva dalla sua postazione come se in effetti stessero lavorando.
⟡ Il progetto originale dell'alieno disegnato da Giger aveva gli occhi. Questi furono eliminati per renderlo più minaccioso.
⟡ La prima versione del film durava 3 ore e 12 minuti. Sarebbe questa la versione preferita dal regista, mentre il "Director's Cut" fu chiamato così solo per questioni di marketing.
⟡ Un primo piano su un uovo alieno mostra che lo slime gocciola dal basso verso l'alto. Il regista fece questo intenzionalmente, girando la scena con la telecamera girata sotto in su.
⟡ Il plasma che esce dai bruciatori dello shuttle era, in pratica, acqua spruz-zata verso la macchina da presa.
Titolo originale
Id.
Regista:
Ridley Scott
Durata, fotografia
116', colore
Paese:
USA, UK
1979
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0




