Grace
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Voto:
Madeline Matheson (Jordan Ladd) rimane finalmente incinta dopo due aborti naturali ma, insieme al marito, rimane vittima di un incidente stradale. Il marito muore e, a quanto pare, anche il feto. Madeline insiste per portare a termine il parto; tutti rimangono stupefatti quando, dal corpo della donna, la piccola Grace esce viva. O così pare.
LA RECE
Tema non troppo banale e svolto in modo non banale indaga la dimensione della maternità e della femminilità da una prospettiva cupa. Non essai, non mainstream: horror per appassionati di horror.
Lungometraggio estensione del corto Grace (2006) girato dallo stesso Solet che ottenne plausi dagli appassionati e pure qualche premio. Si tratta anche del primo lungometraggio di Solet che, con questa extended version, fa ben sperare per i suoi prossimi lavori. Grace esce dal mucchio degli horror mainstream che cercano di spaventare con un montaggio nervoso e splatter a buon mercato puntando, piuttosto, su un'inquietudine strisciante legata a un argomento sensibile. I temi in ballo (gravidanza, parto, allattamento) sono quelli non comuni nel genere horror; soprattutto, non è consueto che si tratti del sacrificio femminile legato alle cure neonatali. Il film di Solet non instilla l'orrore solo negli ambiti sopra descritti; esso, tenta anche una sottile strada ironica verso altri argomenti più o meno attinenti: la relazione della mamma con la suocera, le ossessioni relative alle cure parentali, la fortissima spinta biologica alla maternità e, come cornice, il vegetarianismo di Madeline interrotto dalla dieta speciale della piccola Grace. Nonostante il film tratti di un neonato “monstrum”, Solet evita lo stereotipo del baby killer preferendo mantenere un tono tragico e realistico, per quanto realistica possa suonare la storia di una donna che alleva un neonato zombi. Il film è ben scritto e ben recitato, Jordan Ladd è assolutamente calata nel ruolo di madre che farà qualsiasi cosa sarà necessaria per la sua piccola Grace. D'altronde, Grace è un film di donne, della loro forza contrapposta a quella maschile e del desiderio di maternità. Parallelamente all'incubo della neo-mamma Madeline si assiste, infatti, e con un certo disagio, a una regressione alla maternità della suocera che cerca, in svariati modi, di stimolare il proprio seno sfiorito alla lattazione, compreso il farselo succhiare dal vecchio marito. Nella progressione della storia, che passa dal normale quadro di una coppia che cerca la dolce attesa, all'incubo di una non-coppia che alleva un figlio non-morto, Solet transita da scene inondate di luci morbide che richiamano canonicamente la maternità, a sequenze nascoste nell'ombra, velate, con colori acidi che trasmettono un senso di malattia e putredine in tono con l'evoluzione della faccenda. In qualche modo, a metà strada fra Rosemary's bab (1968) e Repulsion (1965), Solet ci propone un piccolo incubo materno nel quale il corpo non risponde più come dovrebbe e la relazione con il neonato non è quella attesa ma rimane il pervicace istinto materno che impone di non abbandonare mai la propria creatura, qualsiasi sia la sua natura.
TRIVIA
Paul Solet (1979) dixit: “La genesi del progetto è nata da una conversazione con mia madre che a diciannove anni mi disse che avevo un gemello che non ce l'aveva fatta. È qui che l'argomento è diventato convincente per me a livello molto personale, quasi cellulare. Creativamente, come molte idee, e come regista di cinema di genere, sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi dia una scossa. È difficile trovare qualcosa che mi scuota ancora. Ma stavo parlando con qualcuno e mi è venuto in mente che […] se sei incinta e perdi il tuo bambino, a volte il travaglio viene indotto e portato a termine. Questo è un forte spunto horror.” (filmschoolrejects.com).
⟡ Nel film compare il regista Adam Green (Hatchet, 2006) nei panni di un impiegato del supermarket che vende carne; Green è il produttore di Grace.
Titolo originale
Id.
Regista:
Paul Solet
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
USA, Canada
2008
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0