13 Peccati
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Voto:
Elliot Brindle (Mark Webber) perde il lavoro, la sua ragazza Shelby (Rutina Wesley) ha debiti e il fratello disabile Michael (Devon Graye) è a suo carico. Sul punto di crollare, Elliot riceve una strana telefonata che lo invita a iniziare un gioco a tredici livelli: ognuno di essi rappresenta un compito di crescente difficoltà, e a ogni compito svolto gli vengono accreditati soldi sul conto bancario. Sembrano soldi facili e, quindi, Elliot accetta di parteciparvi, ma il gioco si fa progressivamente maligno.
LA RECE
Film che si colloca nella tradizione dei "game movies", i quali esplorano la corruzione morale attraverso prove estreme. Buon thriller d'intrattenimento con scene splatter e un sottile imbarazzo voyeuristico.
Remake del tailandese 13 Game sayawng (2006) tratto da una comic novel e passato internazionalmente come 13 Beloved o 13: game of death, ma passato anche in sordina per evidenti limiti distributivi e per lo stile di laggiù non sempre apprezzato dallo spettatore occidentale. Rifà, perciò, il tedesco Stamm trasferitosi a Los Angeles, rendendo la storia più appetibile ai nostri occhi. All’ombra di the Game (1997) e del suo sinistro e cinico gioco esistenziale, 13 Peccati si struttura come un viaggio alla scoperta di se stessi, attraverso una serie di prove, fino alla catarsi. Tuttavia, qui, in campo horror, è invertito il presupposto. Se nel ’97 Michael Douglas doveva riscoprire l’entusiasmante senso della vita perso per traumi passati e, soprattutto, per una ricchezza che aveva assordato la sua sensibilità, in 13 Peccati, Elliot sarà obbligato a scoprirsi feroce attraverso un percorso maligno finalizzato a dimostrare che qualsiasi povero Cristo può trasformarsi in un mostro se posto nelle giuste condizioni, a capo delle quali abbiamo la cara vecchia indigenza economica. La morale superficiale? Chi pensa che con i soldi si possa fare tutto, farà di tutto per i soldi. Chi, però, non sarebbe disposto a qualche piccolo peccato se si trovasse senza uno spicciolo e senza prospettive? E quanti, poi, iniziato a peccare a piccoli passi, riuscirebbero a fermarsi, a monte di una quantità di benessere che può positivamente cambiare la vita a noi e a coloro che amiamo? Dietro il gioco, un’inverosimile società segreta d’impronta satanica che, da secoli, si diverte a vedere l’anima di brave persone diventare nera; come riesca a organizzare tutto nei minimi particolari rimane dubbio o, meglio, resta il grande buco logico nel plot, ma lo si prenda come il fattore di fantasia del film, così come eccessive e irrealistiche sono le prove alle quali è sottoposto Elliot. Il protagonista, interpretato con efficacia da Webber, fa, comunque, il suo percorso esistenziale che si conclude lasciando speranza nelle umane genti. Seconda morale? Ciò che non ti uccide, ti rende più forte. Diversi i fattori d’interesse: una prima sequenza che vede un anziano professore umiliarsi come non mai; la presenza buttata lì di Ron Perlman; l’inquietante telefonata con la suoneria circense; l’idea non approfondita che tutto venga spettacolarizzato online; qualche scena splatter; un drammatico confronto finale con la propria dimensione familiare ma, soprattutto, quel sottile imbarazzo di assistere alle azioni di una persona che si infila in una situazione che si pagherebbe oro per evitare e che, non a caso, è pagata oro. Il lavoro di Stamm è decoroso, di sicuro intrattenimento e capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo con un thriller a tinte più che forti. Film poco visto, vale un colpo d'occhio.
TRIVIA
Daniel Stamm (1976) dixit: “Non so degli altri horror. Ognuno ha la sua chimica. Ma so che per noi l’ironia era importante perché volevo essere sicuro che il pubblico amasse questi personaggi quando le cose spaventose avrebbero assestato il colpo. E l'umorismo è un ottimo modo per attirare la gente dalla tua parte” (denofgeek.com).
⟡ Questo il pazzesco intervento pubblico, in lingua originale, del professore universitario: “There once was a lady named Dot who lived off of pig shit and snot. When she ran out of these, she ate the green cheese that she grew on the sides of her twat”. Divertitevi a tradurlo.
⟡ Furono realizzati due finali, uno più positivo, mostrato al cinema, e uno negativo; quest’ultimo può essere recuperato se acquistate il Blu-ray del film.
Titolo originale
13 Sins
Regista:
Daniel Stamm
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
USA
2013
Scritto da Exxagon nell'anno 2018 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
