Brandon Lee

Attore

Brandon nacque ad Oakland (California) il primo giorno del nuovo anno secondo il calendario cinese, figlio dell’insegnante Linda C. Emery (1945) e della star di arti marziali Bruce Lee (1940-1973), che però ai tempi della nascita di Brandon non aveva ancora raggiunto la fama e si dedicava più che altro all’insegnamento e all’esibizione pubblica delle sue tecniche di lotta.
Il successo comunque non tardò ad arrivare: già nel 1966 Bruce fu ingaggiato per recitare nei panni di Kato nel serial TV The Green Hornet, cosa che fece per 26 episodi molto apprezzati dai telespettatori. A carriera decollata, nacque la sorella di Brandon, Shannon (1969), e la famiglia Lee si trasferì ad Hong Kong dove Bruce iniziò a girare i suoi film di maggiore successo. Brandon, che a 8 anni parlava già fluentemente il cantonese, avrebbe vissuto una serena infanzia nella lussuosa casa cinese chiamata Lowloon-Tong (stagno dei nove draghi) se non fosse che suo padre, improvvisamente, mancò nel 1973 per un edema cerebrale.
Mamma Linda decise, quindi, di tornare a vivere negli Stati Uniti, prima nella sua città natale (Seattle) poi a Los Angeles, nella zona di Rolling Hills. Brandon frequentò il liceo Chadwick ma fu espulso per comportamento inadatto solo tre mesi prima di diplomarsi; concluse gli studi alla Bishop Montgomery High School di Torrance accontentandosi di un attestato GED [1], per poi iscriversi, nel 1983, all’Emerson College di Boston (Massachusetts) che però abbandonò prima di concludere gli studi. L’anno successivo Brandon si spostò a New York dove frequentò il noto Lee Strasberg Theatre and Film Institute partecipando alle rappresentazioni del American New Theatre, tutto questo mentre prendeva lezioni di arti marziali da Dan Inosanto e Richard Bustillo, due fra i migliori allievi di suo padre Bruce. Tornato a Los Angeles nel 1985, Brandon riuscì ad ottenere un ingaggio come comparsa (poi non accreditata nei titoli di coda) nel filmCrime Killer (1985) finché il regista Lyn Stalmaster lo scelse per vestire i panni dell’assassino Chung Wang nel film per la TV Kung Fu: the movie derivato dalla fortunata serie Kung Fu (1972-1975) che portò alla notorietà David Carradine, quest’ultimo ottenne la parte da protagonista nel serial, parte che però sarebbe dovuta andare al giovane Lee; il film fu messo in onda il primo febbraio 1986, giorno del 21 compleanno di Brandon. L’anno dopo arrivò il debutto sul grande schermo con il suo primo ed unico lungometraggio girato ad Hong Kong, Legacy of Rage diretto da Ronny Yu, che gli procurò anche una nomination come miglior attore all’Hong Kong Film Award del 1987. Mentre la carriera del ribelle Brandon progrediva fra produzioni televisive di scarso interesse (CBS Summer Playhouse, 1987; Ohara, 1988) e film di basso potenziale (Laser Mission, 1989), il giovane attore incontrò nel 1990, negli studi della 20th Century Fox, la bella Eliza “Lisa” Hutton che lavorava come assistente del regista Renny Harlin; l’amore a prima vista si concretizzò in una convivenza iniziata nel 1991 e in un fidanzamento ufficiale nel 1992. Ancora nel 1991, Brandon recitava insieme a Dolph Lundgren in Resa dei Conti a Little Tokyo per poi approdare l’anno dopo al soldo della 20th Century Fox che gli offrì un contratto per la realizzazione di tre film d’azione, il primo dei quali fu Drago d’Acciaio (1992).
Distante dalla carriera e dai successi ottenuti dal padre, Brandon decise di non partecipare al progetto di una pellicola che commemorasse la storia di Bruce Lee (Dragon - La storia di Bruce Lee, 1993), tenuto anche conto che avrebbe dovuto recitare nel ruolo di suo padre.
I progetti del giovane erano altri: si sarebbe dovuto sposare con Lisa il 17 aprile 1993 ad Ensenada (Messico), una settimana dopo aver concluso le riprese del suo prossimo e ultimo film, Il Corvo diretto da Alex Proyas ed ispirato all’omonimo fumetto inventato da James O’Barr nel 1989 che racconta la storia di Eric Draven e della sua fidanzata tornato dalla morte per vendicare la morte dell’amata e la sua stessa dipartita per mano di criminali. Ingaggiato per 750.000 dollari in un progetto che prevedeva diversi seguiti, Brandon iniziò a lavorare alle riprese del film il primo febbraio 1993 negli studi Carolco di Wilmington (North Carolina), quelli costruiti dal produttore De Laurentiis per il suo King Kong 2 (1986). Già dal primo giorno di lavorazione, il set fu funestato da diversi incidenti, anche gravi, occorsi ai tecnici o alle strutture stesse del set, tutte cose che comunque non interruppero la lavorazione della pellicola.
Il 31 marzo 1993, il 52° giorno di lavoro ad 8 giorni dalla conclusione delle riprese, Brandon Lee si reca allo Studio 4 per affrontare una scena fondamentale, quella in cui il malvivente Funboy, interpretato da Michael Massee, uccide, con una .44 Magnum, sia il protagonista Eric che la sua fidanzata Sarah (Rochelle Davis). Nei panni di Eric, il copione vuole che Brandon debba entrare in casa con una busta della spesa in mano, busta che contiene un innesco che l’attore dovrà premere per far esplodere i sacchettini di sangue finto nel momento in cui l’attore che interpreta il malvivente gli punterà la pistola contro e premerà il grilletto.
Alle 00:30 si iniziò a girare la scena, con Massee a circa 5 metri di distanza da Lee che prese velocemente la mira e sparò; sul set, oltre ai suddetti e al regista, erano presenti Ernie Hudson, Michael Wincott e Jon Polito. Brandon, come atteso, innescò le microesplosioni, tuttavia cadde all’indietro contro una porta senza più rialzarsi, anzi sanguinando profusamente da una profonda ferita nella parte destra del basso addome. Ancora in vita ma incosciente, l’attore fu portato al New Hanover Regional Medical Center di Wilmington dove fu sottoposto ad un intervento chirurgico di 5 ore per rimuovere il proiettile che si era andato ad incastrare vicino alla spina dorsale. Alle 7 di mattino, portato al reparto di cure intensive, l’attore non mostrava segni di miglioramento. Alle 13:03 il suo cuore di Brandon si fermò ed egli fu dichiarato morto. Al suo fianco era presente la fidanzata Lisa e la madre Linda che, avvertita dell’accaduto, aveva preso in fretta e furia un volo aereo dalla città di Bose (Idaho) dove viveva con il suo nuovo marito Bruce Cadwell. L’autopsia effettuata il giorno successivo a Jacksonville (North Carolina), appurò che l’attore era stato colpito da un vero proiettile di .44 Magnum e non, come riferito ancora da alcuni, da un proiettile di scena difettoso una cui parte di metallo era stata espulsa dalla canna della pistola. Come sia accaduto che una pistola di scena fosse armata da un vero proiettile non è mai stato chiarito; i tecnici che avrebbero dovuto sincerarsi che gli oggetti di scena funzionassero a dovere persero il lavoro, tuttavia nessuno fu mai accusato di omicidio colposo o di altro reato, e gli inquirenti si limitarono a definire l’evento come un incidente senza responsabili, dovuto anche alla fretta produttiva che aveva deciso all’ultimo momento per una sparatoria mentre, inizialmente, era statao scritta una scena di accoltellamento. L’attore Michael Massee, scioccato, si ritirò dalle scene per un anno, l’attrice Rochelle Davis, la fidanzata di Brandon nel film, totalmente sconvolta anche perché obbligata a girare una successiva scena con Eric Draven (interpretato da una controfigura), diede un brusco e praticamente definitivo stop alla propria carriera di attrice; solo nel 2009 accetterà di tornare su un set cinematografico (Hell House) peraltro in un ruolo minore. Il Corvo però doveva arrivare a compimento, così, anche previo consenso di Lisa Hutton e della madre di Brandon, furono convocati due controfigure (Chad Stahelski e Jeff Cadiente), le quali, nei panni di Brandon/Eric completarono la manciata di scene che occorrevano per chiudere la produzione; non fu usato nessun effetto di computer grafica, peraltro ai tempi non così evoluta da sostituire un attore. Il film, dedicato a Brandon ed Elisa , riscosse un prevedibile successo anche per la morbosa curiosità del pubblico di vedere la scena incriminata, scena che però fu rielaborata in montaggio e che, quindi, non mostra la morte di Brandon Lee. Giustamente.
Il funerale privato si tenne a Seattle il 3 aprile 1993 e solo ai familiari e agli amici più intimi fu permesso di assistere; lo stesso giorno Brandon Lee venne sepolto al Lake View Cemetery di Seattle (Washington), la sua lapide si trova nel lotto 276, Tomba 2, alla destra di quella di suo padre Bruce Lee, tomba che sarebbe stata destinata alla madre di Brandon. Sulla lapide è incisa una frase scritta dal romanziere Paul Bowels che Brandon amava citare, una frase per e lui così significava da volerla stampata anche sulle partecipazioni di un matrimonio che non si tenne mai: “Poiché non sappiamo quando moriremo, siamo portati a pensare alla vita come ad un bene inesauribile. Eppure tutto accade solo un certo numero di volte, e un numero davvero molto piccolo. Quante altre volte ricorderai un certo pomeriggio della tua infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte del tuo essere da non poter concepire la tua vita senza? Forse quattro o cinque volte ancora. Forse anche meno. Quante altre volte guarderai sorgere la luna piena? Forse venti. Eppure tutto sembra senza limiti".

[1] L’acronimo GED sta per General Educational Development ed indica un attestato equivalente ad un diploma superiore, ottenibile sotto-ponendosi ad un esame sviluppato su cinque argomenti; di fatto il GED dà l’opportunità a coloro che non hanno avuto la possibilità o la capa-cità di concludere gli studi superiori, di ottenere un attestato equipollente, benché socialmente sia ritenuto meno prestigioso di quello ot-tenuto tramite il normale corso di studi.

Vero Nome:

Brandon Bruce Lee

Luogo e data di Nascita:

Oakland, USA, 1/02/1965

Luogo E Data Di Morte:

Wilmington, USA, 31/03/1993

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