Attrice
La bella e sfortunata Dorothy nacque all’ospedale Salvation Army di Vancouver (Canada), prima figlia degli immigrati olandesi Simon e Nelly, sorella di John Arthur (1961) e Louise (1968).
Nel 1977, dividendo il proprio tempo fra gli studi alla Centennial High School di Coquitlam (dove si diplomò nel 1978) e il lavoro part-time al fast-food Dairy Queen sito al 2109 di East Hastings, ella attirò l’attenzione del ventiseienne Paul Snider, PR di diversi club nell’area di Vancouver, conosciuto già ai tempi per essere un donnaiolo spregiudicato. Con un modo di fare non troppo fine ma sicuramente incisivo, Snider sedusse Dorothy e la convinse a posare nuda per realizzare scatti che avrebbe inviato alla rivista Playboy; la madre di Dorothy si rifiutò di firmare la liberatoria per quelle foto che ritraevano la figlia, ancora minorenne, in deshabillé, quindi Snider e la ragazza, senza pensarci troppo, produssero una firma falsa. Sposatisi l’1 giugno 1979, i due giovani si spostarono a Los Angeles. Lì, Dorothy infine ingaggiata da Playboy per finire sul paginone centrale del numero di agosto di quello stesso anno; le fu anche offerto il lavoro di coniglietta al Century City Palyboy Club. Adocchiata dal boss di Playboy, Hugh Hefner, la Stratten (così si fece chiamare abbreviando il cognome), nel '79,' fu proposta per alcune comparsate in prodotti di scarsa qualità: in Americathon faceva la ballerina ma il suo nome non risultò nei credits; nella commedia Skatetown U.S.A. apparve nei panni di una barista. Ancora in quello stesso anno fece presenza nelle serie TV Fantasilandia (1977-1984) e Buck Rogers (1979-1981) in due soli rispettivi episodi. Il 1979 riservava, però, un’ultima sorpresa: Dorothy fu scelta come protagonista del trucido dramma Autumn Born, in realtà un filmetto fatto di erotismo e sadismo a buon mercato. Anche l’anno seguente non fu malaccio per la giovane Stratten che fu scelta come Playmate dell’anno ed ottenne la parte da protagonista in un altro film, la commedia fantascientifica Galaxina (1980). Mentre Dorothy muoveva i primi passi nel cinema, suo marito cercava di fare affari costruendo e vendendo panche da ginnastica; più che altro, però, Snider veniva mantenuto dalla Stratten anche perché, come cittadino Canadese senza permesso di lavoro, non gli era consentito avere delle entrate in USA. Convinta da diverse persone a tagliare i ponti con il marito, Dorothy iniziò a legarsi sentimentalmente al regista Peter Bogdanovich mentre la dirigeva nella commedia romantica …E tutti risero (1981) [1]. Non ancora legalmente divorziata, Dorothy lasciò Snider per andare a vivere a casa di Bogdanovich; intanto, Snider iniziò a pagare un detective privato perché pedinasse la moglie. Il gelosissimo marito, perdendo la Stratten, non solo perdeva una bellissima moglie ma, in un’ottica strumentale, perdeva la sua gallina dalle uova d’oro.
La sera del 14 agosto 1980, Dorothy si recò a casa di Snider, quella che una volta avevano condiviso e che ora l’uomo condivideva con il comune amico Dott. Stephen Cushner; la scusa era discutere serenamente del divorzio, cosa per la quale la donna aveva anche portato con sé 1000 dollari da donare a Snider, per rendere più dolce l’amaro boccone. In realtà, i piani di Snider erano ben altri. Alle 23:00, Cushner ricevette la telefonata dell’investigatore privato, preoccupato per il fatto che, da ore, Snider non rispendeva più al telefono. Il medico entrò in casa e trovò i cadaveri denudati di Dorothy e di suo marito. Nessuno saprà mai con esattezza come siano andate le cose in quella casa ma gli inquirenti determinarono che Snider avesse aggredito e legato la donna, l’avesse violentata, le avesse sparato in faccia con un fucile Mossenberg calibro 12, quindi l’avesse ancora violentata da morta e, poi, si fosse sparato in testa con lo stesso fucile.
Così finì la vita e la carriera della ventenne Dorothy Stratten, piccola stella del cinema che ebbe davvero troppo poco tempo per dimostrare di valere qualcosa sul grande schermo. Il suo amante, Peter Bogdanovich, funestato dalla morte dell’amante, scrisse un libro sulla donna: "The Killing of the Unicorn: Dorothy Stratten (1960-1980)", pubblicato nel 1984. Lo stesso, il 30 dicembre 1988, quarantanovenne, sposò, sollevando non poche polemiche, Louise Stratten, la sorella di Dorothy, che al tempo aveva solo 20 anni. I due divorziarono tredici anni dopo.
Il dramma di Dorothy Stratten è stato portato in TV dal film direct-to-video Death of a Centerfold: The Dorothy Stratten Story (1981), con Jamie Lee Curtis nei panni della Stratten e Bruce Weitz in quelli di Snider, mentre sul grande schermo in Star 80 (1983) di Bob Fosse, con Mariel Hemingway nel ruolo di Dorothy ed Eric Roberts in quelli del marito.
I resti mortali dei protagonisti di questa triste vicenda ovviamente non riposano uno di fianco all’altra. Snider è seppellito al Schara Tzedeck Cemetery di New Westminster (Canada). Dorothy Stratten si trova al Westwood Memorial Park di Los Angeles, sezione D, Lotto 170. Sulla sua lapide, dopo il nome e la data di nascita e morte, si legge una frase tratta dal romanzo “Addio alle armi” di Ernest Hemingway: “Se la gente si mostra coraggiosa a questo mondo, il mondo deve ucciderla per spezzarla. Ovviamente li deve uccidere… Uccide chi è molto buono d'animo, molto gentile e molto coraggioso imparzialmente. Se tu non appartieni a nessuna di queste specie, stai certo che ti ucciderà, ma senza particolare fretta. Ti amiamo. D.R.”
[1] Questo film, il primo davvero importante della Stratten, non ricevette ovviamente una bella pubblicità dagli eventi che colpirono l’attrice, benché, in effetti, la protagonista delle pellicola fosse Audrey Hepburn, peraltro tornata al cinema dopo il suo ritiro del 1967 e in un film che si rivelerà essere l’ultimo per la Hepburn nel ruolo di protagonista. Nessun distributore volle investire soldi per mandare nelle sale l’ultima pellicola con la Stratten; così, il regista Bogdanovich comprò i diritti del film e lo distribuì di tasca sua. Gli scarsi incassi al botteghino dovuti a una non ampia diffusione e la spesa per i diritti del film portarono Bogdanovich sul lastrico.
Vancouver, Canada, 28/02/1960
Los Angeles, USA, 14/08/1980
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