A.A.A. MASSAGGIATRICE BELLA PRESENZA OFFRESI
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Voto:
Cristina (Paola Senatore) si lancia nel mondo della prostituzione; la famiglia non è per nulla contenta. A curare gli affari della donna ci si mette un protettore sbruffone (Renato Rossini). I clienti, intanto, iniziano a morire.
LA RECE
Non il migliore spaghetti giallo in circolazione ma una buona quota sleaze gliela si riconosce.
Gialletto di Fidani in cerca di un nuovo pubblico ormai meno ricettivo verso lo spaghetti western,terreno d'elezione del regista che qui si cimenta con l'aiuto della penna della moglie, Mila Vitelli. Non sarà un successo, a partire dal titolo fuorviante. Protagonista, la Senatore nei panni di una prostituta wannabe, circa un decennio prima della caduta nella droga che la portò al disastro. A curare gli affari della puttana Cristina, il pappone Oskar interpretato da Renato Rossini che fa il verso al Citti di Pasolini. C'è anche Simonetta Vitelli, figlia del regista, che è pure meglio della Senatore. Se però della Vitelli non si vede un centimetro di pelle, della Senatore si vede un po' tutto; chiaro, il ruolo lo richiedeva. Non che succeda poi molto sul piano sessuale; quelli che incapparono nelle proiezioni notturne, però, godettero del solito rullo maggiorato con le sequenze hot. Da ridere il sotteso commentario femminista sulla libertà sessuale di Cristina che si emancipa dalla famiglia borghese e diventa padrona del proprio corpo facendo la prostituta e passando la metà degli incassi al protettore. A latere, il ben noto ricettario antiborghese vizioso e corrotto. L'erotismo è presente, e dona alla pellicola una quota sleaze non indifferente, mentre il giallo è davvero fiacco: già dal primo omicidio, per il quale c'è da aspettare una mezz'ora buona, si può intuire sia l'evoluzione degli eventi sia l'identità del killer il quale, come da regola argentana, colpisce all'arma bianca ma, attenzione, indossa i guanti gialli, quelli per lavare i piatti. Nel film, fiera del mal recitato, precipita inspiegabilmente Yvonne Sanson che chiude la sua carriera in una produzione minimale; l'unico che si porta sulla sufficienza è Ettore Manni nei panni del commissario. Comunque si respira aria da cinema di genere italiano fin dal sincopato montaggio dei titoli di testa; peccato che Fidani non abbia mantenuto lo stesso ritmo per tutto lo svolgimento. Finalone sul Ponte Flaminio di Roma con Cristina che si allontana per aver causato tanto dolore; sì, allo spettatore.
TRIVIA
Demofilo Fidani (1914-1994) dixit: “La morte fisica non mi fa paura. So perfettamente che il mio spirito continuerà a vivere nell’altra dimensione, ricco delle mie esperienze e con il bagaglio dei miei errori che dovrò correggere e rivedere” (famigliafi-deus.com).
⟡ L’eclettico Fidani, oltre a prestarsi al cinema, fu un esperto esoterista e medium rinomato, o almeno così si dice.
⟡ Per il film, vennero girate scene hard che sarebbero state piazzate in un famigerato rullo “S”, quindi non quello principale, e che al cinema, in base al gusto dei distributori, sarebbe stato interpolato con la storia principale.
Regista:
Demofilo Fidani
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
Italia
1972
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
