Anomalisa
Consigliato
Voto:
Il motivatore e saggista Michael Stone si reca a Cincinnati per un seminario. Presa una camera all’hotel Fregoli, qui Michael incontra due sue entusiaste lettrici. Una delle due, Lisa, colpisce profondamente l’uomo che la invita nella sua stanza. Fatto l’amore, i due sembrano vivere un profondo idillio ma la mente di Michael è molto turbata.
LA RECE
Mumblecore d'animazione e con una non comune impronta psicopatologica. Sembra tutto molto complicato invece è uno strepitoso lavoro di animazione. Non perdetevelo.
Il primo film d’animazione R-rated candidato all’Oscar, realizzato in stop-motion ed adatto unicamente agli adulti è opera della penna di Charlie Kaufman non nuovo a lavori intimistici e dal taglio non mainstream; opere sue anche Essere John Malkovich (1999), Se mi lasci ti cancello (2004) e Synecdoche, New York (2008). Anomalisa nasce come pezzo teatrale nel 2005, poi pensato come corto e finanziato tramite crowdfunding. L’uso della stop-motion esalta, per contrasto, la scelta di raccontare, almeno per buona parte della durata della pellicola, la storia piccola di un uomo impegnato in un viaggio di lavoro che, in solitudine, si trova impigliato nella comune routine che tutti abbiamo sperimentato. Il viaggio a Cincinnati, tuttavia, vale per Michael come una caduta nel tempo perduto che lo porterà a contattare un vecchio amore. C’è, però, qualcosa di più strano che, da subito, colpisce lo spettatore parte della visione non sembra trovare senso: i volti dei personaggi sono solcati da strane righe, come se si trattasse di maschere e, soprattutto, ogni persona, a parte Michael, parla con la stessa voce. Perdipiù, l’uomo finirà per alloggiare all’hotel Fregoli, decisivo rimando ad una rara sindrome psichiatrica di stampo paranoide nella quale il soggetto sofferente reputa che diverse persone che lo circondano siano, in realtà, la medesima persona sotto mentite spoglie. Michael, insomma, vive una vita in cui tutti sono uguali, tutti poco salienti, e questa immersione nella mediocre omologazione appiattisce anche il senso e la gioia di vivere di Michael. Però, forse, c’è qualcosa che può riscattare questa mortifera normalità: l’amore o, almeno, quello nelle sue fasi iniziali, il momento culturale più alto di una coppia. Il barlume di luce nella vita di Michael arriva con il volto di Lisa, donna timida, logorroica, impacciata e, anche lei, desiderosa d’amore e di dare un senso alla propria esistenza. Lisa, un’anomalia nella piattezza della vita. Quindi, Anomalisa, a motivo di quella bella tendenza degli innamorati di creare un loro privatissimo vocabolario fatto anche di nomignoli e soprannomi. Lisa, però, pur ambendo al grande amore, sembra pronta ad accettare quel privilegio non come un fattore di assoluta univocità ma come un traguardo parificante. Michael, invece, è tragicamente dipendente dal desiderio di sentirsi al di sopra della norma, incapace di accettare l’imperfezione della vita e, quindi, dei fenomeni umani. L’amore, per Michael, è cosa valida finché è agli esordi, immerso in aspettative e idealizzazioni, ma inaccettabile se declinato in una donna contingente che, magari, mastica un po’ a bocca aperta. Anomalisa è intenso, malinconico, nonché minimale e noioso come la vita per come la vede il protagonista e, con grande delicatezza, presenta nudi integrali di pupazzi e anche il primo rapporto sessuale completo nell’ambito dell’animazione stop-motion. Forse, ma dico forse, la dilatazione da corto a lungometraggio ha comportato un paradossale problema di incompiutezza e una ridondanza di situazioni. Oppure, il programmaticamente anomalo Anomalisa punta davvero in alto nel voler parlare a tutti noi di cose nostre (amore, sesso, memoria, …) ma attraverso l’ottica di una persona assolutamente anomala, Michael, finendo, quindi, per parlare di cosa e a chi? Ma fossero tutti così i film anomali e incompiuti!
TRIVIA
Charles Stewart Kaufman (1958) dixit: “È difficile essere umani. […] Ieri sera stavo guidando su una strada tranquilla e questa persona stava guidando verso di me e aveva i fari accesi. Gli ho lampeggiato per fargli sapere, non in modo maleducato, che non potevo vedere. E lui o lei ha spento subito i fari e poi li ha riaccesi. Come dire: "Fottiti. Non dirmi cosa devo fare. Vaffanculo". Non riesco a immaginare quale altra cosa potesse voler dire. Mi fa scorrere nelle vene tutto il cortisolo o una specie di adrenalina da incubo. Anche l’opposto è vero. Quando vedo qualcosa di gentile, la trovo incredibilmente commovente. Mi fa rilassare e mi fa piangere. Quando qualcuno ti guarda con simpatia per un secondo mentre lo incroci per strada - e non per un cenno d'obbligo – questo ti dà una sorta di fede rinnovata” (theguardian.com).
⟡ La Sindrome di Fregoli, nome scelto da Courbon e Fail nel 1927 ispirandosi al trasformista italiano Leopoldo Fregoli (1867-1936), è sostanzialmente una variante del delirio di Capgras in cui sia ha l’idea delirante che un conoscente, un amico, uno sposo o genitore, è stato sostituito da un impostore che esteticamente gli somiglia in tutto e per tutto. Il nome deriva dallo psichiatra francese Joseph Capgras (1873-1950) che per primo descrisse il disturbo nel 1923. Il delirio di Capgras è una psicosi che spesso segue a danni cerebrali e demenza. Si suppone che il paziente possa riconoscere il volto delle persone ma vi sia un danno al sistema cerebrale che produce la risposta emotiva alla visione dei volti familiari; quindi ne deriverebbe la sensazione di riconoscere fisicamente la persona ma di non riconoscerla come qualcuno al quale si è affettivamente legati. Nella variante Fregoli, il soggetto crede che diverse persone siano una persona sola che si traveste e fa ciò, generalmente, a scopo persecutorio. Non vi è una cura specifica per il delirio di Capgras se non all’interno di una terapia antipsicotica e neurologica più ampia.
⟡ La canzone che Lisa avrebbe dovuto cantare a Michael doveva essere "My Heart Will Go On" di Céline Dion ma non si riuscì ad ottenere la licenza di utilizzo, quindi si ripiegò su "Girls Just Want to Have Fun" di Cyndi Lauper. Stessa cosa per il film classico visto alla tv da Michael: avrebbe dovuto essere Casablanca (1942), rifatto con pupazzi in stop-motion, ma si dovette ripiegare su l'Impareggiabile Godfrey (1936) ormai di pubblico dominio.
⟡ Il protagonista visita il sexy shop Dino’s Toys, riferimento a Dino Stamatopoulos produttore del film e, da stessa ammissione di quest’ultimo, attivo nel mantenere una vita sessuale vivace.
⟡ Al capo animatore e coregista Duke Johnson occorsero sei mesi per riuscire ad animare il rapporto sessuale fra Michael e Lisa; non esisteva, fino ad allora, una grande esperienza nell’animazione stop-motion di scene sessuali, se non d’impronta comica.
⟡ La canzoncina giapponese cantata dalla geisha meccanica è una vera canzone per bambini dal titolo “Momotaro san”, e narra di un bambino nato da una pesca (momo) che si reca su un’isola maledetta in compagnia di una scimmia, di un cane e di un fagiano per combattere contro i demoni e ottenere un tesoro come ricompensa.
Titolo originale
Id.
Regista:
Duke Johnson, Charlie Kaufman
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA, UK
2015
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
