Antropophagus
Voto:
Un gruppo di amici si reca in barca su un’isola del mar Egeo. Là giunta, la combriccola si rende conto che sull'isola, deserta, s'aggira un vorace cannibale (George Eastman, aka Luigi Montefiori) divenuto tale dopo un trauma familiare. Gli amici verranno decimati e i pochi superstiti avranno l'onore di assistere a un episodio di autofagia.
LA RECE
Massaccesi, vecchio lupo di mare della "poverty row", riesce a confezionare alla bene e meglio un filmetto che, pur con i suoi limiti, rimane impresso nella memoria.
Film di livello tecnico non eccelso e a volte decisamente basso che, però, in anni di recupero stracultistico, ha beneficiato dell'affetto degli appassionati di cinema bis, un po' perché Massaccesi è nel cuore dei fan per essere stato un grande artigiano del cinema, un po' perché il film, in sé, ha quella vis delirante e quei picchi di furioso splatter tali da farne oggetto di curiosità, censura e, quindi, culto. Se si soprassiede al pauperismo pervasivo e ad un aspetto sgraziato dato dal riversamento a 35 mm da un 16 mm, le gesta del cannibale nostrano riescono a essere (quasi) avvincenti e, durante lo svolgimento, si riesce a provare anche una sufficiente quota di tensione. A metà fra il cannibalico e lo slasher, Antropophagus è un ultra-splatter che gioca a cavallo dei generi ma non senza inciampi che, però, non paiono aver depotenziato l’impatto delle due specifiche sequenze che valgono al film la memorabilità. Nella prima scena, una giovanissima Serena Grandi (spinta da un distributore con lo pseudonimo Vanessa Steiger), nei panni di una gravida, viene aggredita dal mostro Montefiori che le strapperà il feto dal grembo via vagina per poi addentarlo. Secondo momento, l'antropofago, mai sazio, si prende in mano le budella uscite calde dal proprio ventre e addenta pure quelle. Terzo piccolo fattore cult, del quale discutere nei salotti buoni, la presenza di Margaret Mazzantini, registrata come Margaret Donnelly, oggi distante dall’horror e più nota come scrittrice e moglie di Castellitto: compare nei panni della ragazza cieca annegata nel sanguinaccio. Massaccesi, vecchio lupo di mare delle produzioni a basso costo, riesce a confezionare alla bene e meglio un filmetto che, con tutti i suoi limiti, rimane impresso nella memoria ma che, pur vezzeggiato dai fan, non va comunque sopravvalutato. Diciamo un passaggio obbligato per gli spettatori più affamati. Voto di sufficienza perché il ragazzo si impegna(va).
TRIVIA
Montefiori dice qualcosa del cast: “… C’era anche Serena Grandi che mi faceva pena, poveretta… era una tontolona, quello era il suo primo o secondo film che faceva ed era sempre lì, pronta a qualunque sacrificio, pur di fare. Mi faceva un po’ tenerezza, se devo essere sincero. E c’era Saverio Vallone che era una cosa da suicidarsi, l’inespressività più assoluta...” (Nocturno dossier 78, 2009).
⟡ Nel Regno Unito sono state spacciate scene di questo film come originali spezzoni di snuff.
⟡ Il feto non era altro che un coniglio spellato e bagnato di sangue.
Regista:
Joe D'Amato [Aristide Massaccesi]
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Italia
1980
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
