Gli Artigli dello squartatore
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Voto:
John Pritchard (Eric Porter), psichiatra discepolo di Freud, prende sotto la sua ala la bella Anna (Angharad Rees) dopo la morte della ziaccia medium che la obbligava a fare sesso con i clienti. Anna è una killer inconsapevole, e al medico tocca scoprire la verità dietro il dramma della giovane donna.
LA RECE
Atmosfera vittoriana per incorniciare una particolare tesi: e se Jack lo Squartatore avesse avuto una figlia? Confezione apprezzabile.
Sottovalutato prodotto Hammer definito minore ma, obiettivamente, il migliore fra quelli girati da Sasdy, molto intrigante per storia ed elegantissimo nel finale. L'idea alla base è assai peculiare: attribuire a Jack lo Squartatore una figlia e utilizzare i sottesi psicopatologici in concerto con la protopsicologia d'epoca Vittoriana, anche se i sottesi freudiani sono sicuramente più legati alle influenze cinematografiche anni '60 che alla scienza di fine XIX secolo. Naturalmente, il racconto avrebbe potuto funzionare molto meglio se si fosse cercato di tenere nascosta la parentela di Anna con Jack lo Squartatore, cosa che, invece, viene subito spiattellata nella prima scena togliendo quasi tutti i punti all'elemento mystery e facilitando non poco il lavoro dello psichiatra. Come ovvio, la spiegazione psicologica che muove gli atti criminosi di Anna non è esattamente la più solida da un punto di vista clinico, anche volendo tirare a mano la genetica o l’identificazione con l'aggressore. Il film, però, si mantiene interessante a dispetto della prevedibilità dell'evoluzione del racconto. Sasdy, come ha sempre fatto, presta molta attenzione alla ricostruzione scenografica del periodo vittoriano e dà il meglio in un finale girato nella Cattedrale di St. Paul (o quasi, leggere più sotto). Se la confezione è apprezzabile, lo stesso non può dirsi degli altri attori, i quali, a parte Porter, non interpretano personaggi scritti in maniera particolarmente solida; Porter, dal canto suo, è troppo flemmatico per reggere con energia tutto il film sulle proprie spalle. Qualche scena truce con gente che muore assumendo posizioni melodrammatiche conclude il tutto. Non è la pellicola Hammer migliore, certo, però gli Artigli dello squartatore meriterebbe maggior attenzione e nuove riletture.
TRIVIA
Peter Sasdy (1935) dixit: “Avevo avuto un certo successo con la televisione commerciale alla ATV e più tardi alla BBC, e pensavo che fosse una buona merce di scambio per poter entrare nel cinema. Era girata la voce che mi sarebbe piaciuto fare un film, e a uno dei produttori dello staff Hammer, Aida Young, arrivò la notizia di questo desiderio, e mi introdusse a sir James Carreras. Perché quando diciamo Hammer o i produttori di quella casa di produzione, questo significava fondamentalmente una sola persona: Jimmy Carreras. Era lui a firmare gli assegni! Ero felicissimo di entrare alla Hammer! Una grande opportunità” (carrion-films.co.uk).
⟡ Il personaggio interpretato da Lynda Baron, Long Liz, prende il nome da una delle vittime di Jack lo Squartatore, Elizabeth Stride, il cui soprannome era, appunto, Long Liz.
⟡ Fu chiesto il permesso per girare le ultime scene nella cattedrale di St. Paul ma non si ottenne il placet; quindi, fu costruita una replica degli interni.
Titolo originale
Hands of the Ripper
Regista:
Peter Sasdy
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
USA
1971
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
