l'Assassino... è al telefono
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Voto:
La morte di Peter in un incidente stradale ha causato un grave trauma psicologico a Eleonor (Anne Haywood), sua amante. La donna, ora, soffre di amnesia anterograda. Questo già basterebbe ma compare anche un minaccioso individuo, Ranko (Telly Savalas), che sembra voler attentare alla vita della donna.
LA RECE
Perdibile spaghetti giallo (ma più thriller) che capitalizza sul faccione di Savalas. Interpreti di mestiere ma il tedio è notevole.
Giallone ispirato a Paura sul palcoscenico (1950) di Hitchcock, praticamente privo di sangue e per nulla horror, che punta tutto sul bel viso della Heywood, sul faccione losco di Savalas, non ancora Tenente Kojak (1973-1978), e sulla gradevolissima musica di Stelvio Cipriani ripetuta alla nausea. Il film si distingue per i suoi dialoghi colti e piacevoli intramezzati da altri più trash, e dalle solite marchette a timbro J&B e Fernet Branca. Tutto il thrilling della pellicola si regge sull'amnesia anterograda della protagonista e, quindi, sull'impossibilità di inquadrare con precisione i protagonisti, portando questi ultimi a essere potenziali sospetti, nonché a confondere passato con presente, verità e bugia, vita e teatro: il pezzo del Machbet riesce davvero a confondere le idee allo spettatore. Il problema principale è la noia che si insinua con gran velocità per un ritmo compassato in controtendenza non solo con i gialli del tempo ma anche con lo stile generale di Martino. Dovrebbe essere un valore aggiunto ma l’assenza di evoluzioni nel plot e il freno su suspense e sangue sono un limite evidente, fino ad un finale che più balordo non si può. Gli interpreti, comunque, non lavorano male: Savalas, che ricomparirà in un altro film di De Martino (i Familiari delle vittime non saranno avvertiti, 1972) non apre quasi mai bocca e basa tutto sul suo carisma, la Heywood ha quello charme tipico delle star anni '50, Rossella Falk fa la capitalista algida e caustica. A miglia di distanza dai gialli argentiani, l'Assassino... è al telefono, alla fine, risulta un semplice spaghetti thriller girato in Belgio e nel quale succede poco o nulla, e del quale, pur apprezzando la cornice, si può tranquillamente fare a meno. Ah, il tutto colorato dalla fotografia di Aristide Massaccesi. Attenzione a non confonderlo con l'Assassino è al telefono, senza i tre puntini, film drammatico del 1961 con Fernandel.
TRIVIA
⟡ Nessuna nota, per ora.
Regista:
Sergio Martino
Durata, fotografia
102', colore
Paese:
Italia
1972
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
