la Babysitter

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Voto:

Che probabilità ci sono che l’australiana Samara Weaving, Barbie super bionda con gli occhioni azzurri, sia, al contempo, una babysitter simpaticissima ed un'eroina dei buoni sentimenti che ti difende dai bulli di quartiere senza che, dietro tutta questa bellezza, ci sia una magagna? Remote. E comunque non succede nel film di Joseph McGinty Nichol, regista che, per essere più cool, si fa chiamare come un 4x4. Il giovane Cole (Judah Lewis), pieno di insicurezze, compirà la sua ardua entrata nell’età (quasi) adulta tutto in una notte, con tanto di primo bacio alla vicina di casa. Il motivo è che deve guardarsi le spalle dalla babysitter di cui sopra, all’inizio strafiga, poi ancora strafiga però satanista e con la fissa di sacrificare al Maligno il giovane Cole. Gioco di divincolamenti, simpatiche scritte sovrimpresse, battute giovani e un bacio saffico al rallenty con passaggio di chewing e sottilissimi fili di saliva che dipanano ogni dubbio circa il fatto che tutti quei soldi tirati fuori per il megaschermo 65' 4K sono i meglio spesi ever. Simpatico e scene di sangue non poche ma il film è robetta. Consigliato, invece, lo schermone gigante. Size matters. Seguito da La babysitter - Killer queen (2020).


commercial
Titolo originale

The Babysitter

Regista:

McG [Joseph McGinty Nichol]

Durata, fotografia

85', colore

Paese:

USA

Anno

2017

Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0