Bambole e sangue
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Voto:
Film d’esordio di Paul Bartel che ebbe più successo come attore ma infilò, comunque, una serie di film di richiamo: Cannonball (1976), Eating Raoul (1982), Scene di lotta di classe a Beverly Hills (1989). Anche esordio, nonché prima e unica pellicola cinematografica, per la carinissima Ayn Ruymen, dagli anni ’90 sparita nel nulla. Qui, Ayn è la sbandata Cheryl che trova alloggio nello squallido alberghetto di zia Martha (una valida Lucille Benson), crogiolo di sballati e pervertiti, su tutti il figlio fotografo di Martha. Bartel, non privo d'ironia, va a disegnare una società grottesca e perversa che si estende ben al di là del King Edward Hotel. Benché la gracilina Cheryl abbia in mano il bandolo delle indagini, anche lei non sembra troppo diversa dagli strani personaggi che abitano quel posticino da incubo hitcockiano; il rifiuto di frequentare il bravo ragazzo e la scena madre della giovane che, bendata, si fa il bagno nuda per sollazzare il voyeurismo del fotografo, non solo dicono molto dell’andazzo generale ma veicolano un erotismo notevole, doppiato in perversione dall’iniezione di sangue nella bambola d’acqua. Finale alla ricerca dell’effetto che, però, non inficia una pellicola piccola e, ormai, dimenticata ma con una sua impronta bizzarra ancora evidente. Già ai tempi, il film ebbe problemi di distribuzione; Bartel riferì a Fangoria: “Quando hai un titolo che non può essere stampato sulle locandine, il problema è davvero grosso. Per di più, la MGM non sapeva come venderlo il mio film. Non sapevano se presentarlo come un film dell’orrore o come un film sexy”. Alcuni recensori fanno rientrare la pellicola nel genere Geriatric Thriller: pur comprendendo il peso per personaggio interpretato dalla benson, dissento.

Titolo originale
Private Parts
Regista:
Paul Bartel
Durata, fotografia
87', colore
Paese:
USA
1972
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0