Battle Royale
Voto:
Giappone, i nostri giorni. Come reazione alla delinquenza minorile e alla disoccupazione, il governo fa passare un atto governativo, il BR Act, secondo il quale una classe scolastica di 14-15enni viene scelta tramite la lotteria e spedita su un'isola deserta. I ragazzi, obbligati a indossare collari esplosivi per evitare la fuga, in tre giorni dovranno cercare di liquidarsi l’un l’altro, e se per caso non riuscissero nell’impresa verrebbero tutti eliminati fisicamente; il superstite potrà tornare a casa. Il gioco inizia: chi decide di suicidarsi, chi opta per diventare una serial killer spietata, chi si innamora. Altri sostengono di conoscere il modo di riuscire a scardinare le regole del gioco. Il tutto supervisionato dallo spietato maestro Kitano (Takeshi Kitano).
LA RECE
Pellicola interessantissima per chi è in cerca di qualcosa di diverso prima che la cultura occidentale pastorizzasse il soggetto tramite the Hunger games.
Tratto dalla novella di Koshun Takami, poco conosciuto in Occidente ma stranoto in patria, Battle royale sembra qualcosa di originalissimo eppure l'idea non è così nuova: si pensi a Fuga da Absolom (1994) o, ancor meglio, a Contenders Serie 7 (2000) e, a livello letterario, a “Il Signore delle mosche” di William Golding. Eppure, il film di Fukasaku riesce a stupire e a scioccare per la scelta di mettere in mostra la morte e la violenza di soggetti in giovane età, cosa alla quale, fortunatamente, non siamo ancora assuefatti. Si tratta di un'allegoria della violenza piuttosto che di uno studio sociologico. In effetti, fin da subito, esplicita iperboli che mirano a ridicolizzare l'ambiente dei media. Non è, tuttavia, sul piano della critica sociale che il film si gioca e neppure su quella della satira. Fukasaku, noto per la codirezione di Tora! Tora! Tora! (1970), rimane in equilibrio fra l'impossibilità di razionalizzare la storia e quella di prenderla troppo sul serio, cosa che avrebbe reso la pellicola stucchevole. Il gioco avviene, perciò, sul filo del black humor con il viso impassibile e cronicamente melanconico di Kitano, sul margine degli amori che vengono confessati prima di morire, sugli istinti più bassi, sulla paura, il tutto condito da brani di musica classica che, affiancati alla violenza, fanno da rimando non casuale ad Arancia meccanica (1971). Bravi i giovani attori, convincenti e consapevoli di partecipare a qualcosa di diverso e importante. Il migliore rimane Kitano con le sue espressioni, le sue risatine e la sua morte dopo la telefonata. Se è vero che in alcuni punti la pellicola svela la propria pochezza, soprattutto di messa in scena, sa poi anche compensare con una genuina poetica che emerge dai rapporti dei protagonisti e questa funziona decisamente meglio delle scene d'azione. Pellicola interessantissima per chi è in cerca di qualcosa di diverso prima che la cultura occidentale pastorizzasse il soggetto tramite the Hunger games (2012). Seguirà Battle Royale II: requiem (2003) diretto da Kenta Fukasaku, figlio di Kinji deceduto durante la produzione di questo sequel che dà ciò che il primo dava, ma in maggior misura, oltre a qualche idea presa da Sotto massima sorveglianza (1991) e uno stile da film bellico che richiama Salvate il soldato Ryan (1998). Intenso, energico ma privo dell’ironia del primo film. Il ruolo di Takashi Miike va a Riki Takeuchi che ci regala un simpatico overacting. Visione di Battle Royale consigliata, anche perché è un cult minore (e ai suoi tempi fu un cult maggiore, una pellicola di grande richiamo).
TRIVIA
Kinji Fukasaku (1930-2003) dixit: “La violenza adolescenziale è diventata un problema sociale importante in Giappone negli ultimi anni, ma il fenomeno confonde gli adulti. Anche in passato c'era violenza ma c'erano sempre delle ragioni, come la povertà. Oggi è più difficile capire, e quindi gli adulti non sanno cosa fare. Mi sono sempre interessato al tema ma sono soprattutto un regista, e non sapevo come fare un film su tale tema in modo commerciale fino a quando non ho trovato questa storia” (theguardian.com).
⟡ Dal romanzo di Takami è stato anche tratto un manga uscito nel 2000: “BR” o “BR Act”, disegnato da Masuyouki Taguchi; a questo è seguito il manga “Battle Royale: Blitz Royale” di Hiroshi Tomizawa.
⟡ Il webmaster dell’Associazione Giapponese dell'Horror Italiano mi riferì che, in Giappone, Battle Royale fece molto discutere per un fatto di cronaca che vide una ragazzina uccidere un’amica in un modo mostrato nel film.
⟡ La pellicola fa riferimento sia ad Indipendence day (1997), quando si fa l’upload del virus nel sistema centrale, sia ad Evangelion (1997) nel momento in cui due studenti si battono mimandone la sequenza finale di combattimento.
⟡ Il software usato per il DoS (Denial of Service) è il "Fyodor's nmap", un popolare hacking tool.
⟡ Il cattivo del film, Kiriyama (il volontario), non dice una sola parola.
⟡ Il testo che contiene le istruzioni su come produrre una bomba che viene letto da Mimura e il suo gruppo è intitolato "Hara Hara Tokei" (Il Timer); questo testo è esistito veramente ed era una pubblicazione di un gruppo antigovernativo giapponese degli anni '70 chiamato Higashi Ajia Hannichi Buso Sensen, Fronte Armato Asiatico Anti-Giapponese.
⟡ Il dipinto che Kitano mostra alla fine del film è stato davvero fatto da Kitano.
⟡ La location è l’isola disabitata Hachijo-Kojima del gruppo delle Izu che stanno a sud di Tokyo.
⟡ Nessun attore o attrice è stato sostituito da uno stuntman nelle riprese pericolose.
Titolo originale
Batoru Rowaiaru
Regista:
Kinji Fukasaku
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
Giappone
2000
Scritto da Exxagon nell'anno 2004 + aggiornamento; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
