Berlin syndrome - in ostaggio

-

Voto:

Appartamento prigione nel quartiere Prenzlauer Berg di Berlino ricostruito negli studi di Melbourne per raccontare la storia della solitaria turista Clare (Teresa Palmer) che s’invaghisce del crucco sbagliato, il bell’Andi (Max Riemelt) col vizietto di segregare le partner così da non perderle, come è successo con mammà. L’idea è inflazionata ma la regista, fra silenzi, allungamenti di percorso, intimismi, eleganti erotismi (di una Palmer che somiglia a Kristen Stewart), si fa inusuale e tesa, tanto da catturare lo spettatore per due orette. Se qualcuno si fosse ricordato che un cellulare senza SIM può comunque chiamare i soccorsi, avremmo avuto tutti meno problemi, Clare per prima, ma si accettano alcuni scivoloni, ivi compreso il finale, e ci si lascia conquistare dall’interessante e ambigua scrittura di uno psycho killer forse non così cattivo, e da una protagonista silenziosa, tenera ma anche coraggiosa che gira il mondo da sola per fotografare palazzi brutti. Mah. Più del thriller in sé, arriva come perturbante la psicologia di tutti i personaggi (protagonista compresa) che hanno qualche tipo di crepa attraverso la quale il danno s’infiltra. Potrebbe piacere anche ai mainstreamer ma il ritmo del film li metterà a dura prova.


commercial
Titolo originale

Berlin Syndrome

Regista:

Cate Shortland

Durata, fotografia

116', colore

Paese:

Australia

Anno

2017

Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0