Blacula

-

Voto:

Il principe afro Manuwalde (William Marshall) si reca con la moglie Luva (Vonetta McGee) da Dracula che vampirizza il primo e mura viva la seconda. Nel 1972, i resti del castello transilvano vengono acquistati da due americani che trasferiscono in USA la bara dove era stato messo il ribattezzato Blacula. Il vampiro viene liberato e trova una donna, Tina (Vonetta McGee), che somiglia alla precedente moglie. Intanto, gli afroamericani cadono sotto i morsi di Blacula.

LA RECE

Il Dracula dedicato agli afroamericani e alla loro cultura (almeno quella del tempo). Piccola icona e, comunque, fra i blackploitation, uno dei più noti.

Dopo il poliziotto Shaft (1971), gli USA iniziarono a produrre un tot  di pellicole che avevano come protagonisti attori afroamericani: era nata la black exploitation, o blaxploitation, che rileggeva ogni cosa, attori e location, in chiave afro. L'horror si adeguò. Prima del Frankenstein nero (Blackenstein, 1973), del Dr Black and Mr Hyde (1975) e di Black the ripper (1976) ci fu, appunto, Blacula, il vampiro di colore interpretato da William Marshall, attore di formazione teatrale e dal cipiglio shakespeariano la cui voce incisivamente baritonale si può godere solo nella versione originale. Come prevedibile, l'idea di un Dracula afro che si aggira per i locali all black è simpaticamente trash e tutto il film va preso come una spassosa pellicola B prodotta su misura per il pubblico afroamericano. Da un punto di vista strettamente filmico, invece, il progetto di un Dracula di colore avrebbe potuto funzionare molto meglio se fosse stato svolto con più intelligenza invece di trasformare la faccenda in un mero blaxploitation. Dracula ha sempre rappresentato l'incarnazione delle pulsioni inespresse che esplodono nella repressiva società vittoriana, cosa che suona davvero poco credibile nei locali newyorkesi in cui si balla R'n'B e ci si diverte in un clima di già avvenuta liberazione sessuale. Blacula il vampiro avrebbe potuto incarnare la metafora del razzismo o, meglio, la metafora di una minoranza repressa dal razzismo che si ribella in modo orrorifico. Invece no, Blacula è un mostro a buon mercato che fa simpatia e molto poco orrore, un mostro ben poco mostruoso nel quale quasi tutti gli spettatori vorrebbero identificarsi. La regia di Crain, che in Dr Black and Mr Hyde metterà in campo la sopracitata metafora, qui si rivela a tratti attenta alla ricerca dell'orrore, vedi la corsa al rallenty della vampirizzata verso la telecamera, ma, il più delle volte, è prona al racconto lineare e a siparietti melodrammatici. Blacula è, quindi, il tentativo sprecato di fare un buon horror di settore o, forse, il tentativo riuscito di divertire un pubblico ben specifico. Comunque, senza troppe pretese, ci si diverte un po' tutti. Con un seguito Scream Blacula scream (1973) che, a detta di molti, è pure meglio del primo. E, ad ogni modo, dei blackploitation horror, l'icona (moderata) rimane questo Blacula.

TRIVIA

⟡ Il gruppo musicale che si esibisce nel locale è quello dei The Hues Corporation. 

⟡ Il film dovrebbe svolgersi a Los Angeles ma nell'ufficio della polizia è appeso una mappa di Staten Island (New York City). In effetti, anche tutto il siparietto gay degli acquirenti del castello è molto più newyorkese che west coast.

Titolo originale

Id.

Regista:

William Crain

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

USA

Anno

1972

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial