Cannibal love - Mangiata viva
-
Voto:
In luna di miele a Parigi con la sua bella moglie June (Tricia Vessey), il farmacologo Shane (Vincent Gallo) cerca di rintracciare lo scienziato Leo (Alex Descas) col quale un tempo aveva lavorato. Leo, però, è occupato a tener a bada la propria moglie Coré (Béatrice Dalle) che soffre di un'insaziabile voglia di carne umana. Anche Shane inizia ad avere una preoccupante voglia di sangue.
LA RECE
Cannibalismo metafora di pulsione sessuale. Poi? Silenzi, sguardi profondi, turbamenti, copiose eiaculazioni. Ok, adesso dimmi qualcosa che non so...
Horror erotico esistenzialista, anzichenò. Fondamentalmente, una variazione arty sul tema del vampirismo in cui la compulsione cannibalica dei protagonisti è metafora di un desiderio sessuale vorace. L'idea non è poi così originale e si potrebbe rintracciare la componente sessuale in ogni horror di stampo cannibalico-vampiresco, oltre al fatto che l'equazione eros-thanatos non è certo un'intuizione recente. Il fatto che la Denis e Jean-Pol Fargeau optino per una sceneggiatura scarna e satura di silenzi e sguardi profondi, non cambia le carte in tavola e rende il tutto piuttosto stucchevole. Di buono c'è la fotografia di Agnès Godard, regular nei film della Denis, che riesce a proiettare un'atmosfera tetra in qualsiasi spazio o azione del film, anche la più prosaica. La tensione intellettuale del film implode nella noia, cosa più che prevedibile quando si abusa della tendenza a intellettualizzare ed ermetizzare. Per tutta la prima mezz'ora abbondante, allo spettatore non è dato di capire granché oltre al fatto che in Francia vive una donna che adesca i camionisti e se li mangia, che c'è un uomo di colore che la va a recuperare in giro, e che a Shane gli è andata di lusso a sposarsi June. Poi, una cameriera mostra il seno mentre si cambia, Vincent si aggira per Parigi a fare il lurido in metropolitana, un ragazzino viene sbranato dall'implacabile Dalle che ha i denti separati come Willem Dafoe e, concludendo, l'infoiato Vincent si masturba in bagno stile Ben Stiller con tanto di rumore inequivocabile (e con la moglie disperata che gli chiede cosa stia facendo) per poi emettere un tale volume d'eiaculato che pare un equino; per inciso, l'uomo non pulisce nulla, scappa dalla camera e la moglie va in bagno a toccare con mano il piccolo bacino idrico formatosi. Cinema d'essai, si dirà. Il buon tasso di sesso e sangue rende Cannibal love una pellicola interessante per chi ama il cinema che parla di un erotismo diverso dal solito. Con i dialoghi ridotti all'osso e la tendenza a non inquadrare i ruoli, il film presenta nello svolgimento diversi personaggi il cui senso non viene né chiarito né approfondito. Cannibal love non è un film brutto, se con brutto s'intende tecnica e apparenza, ma l'ostentato atteggiamento art-house finisce per rendere il film una di quelle pellicole fatte da chi ama il suono della propria voce.
TRIVIA
Claire Denis (1946) dixit: "Non ho avuto una giovinezza molto facile. Mi sono sposata. Sono scappata di casa a 15 anni. Ho fatto un sacco di cose folli, ma sai, l'Europa del '68 era tutto un grande cambiamento. Niente sarebbe stato più lo stesso, così pensavamo. Mi sono interessata alle foto. Ho incontrato qualcuno che mi ha detto che forse avrei dovuto provare ad andare in una scuola di cinema. Ho passato tre anni nella scuola e poi ho divorziato. Ho dovuto trovare un lavoro, il preside mi ha aiutato a trovare un lavoro, ed è così che sono diventata assistente alla regia. Lo adoravo. [...] Volevo tanto essere utile. [...] E alla fine, con Wim Wenders sul set di Parigi, Texas, all'improvviso ho capito che il mio primo film sarebbe stata un'evocazione della mia giovinezza in Africa" (independent.co.uk).
⟡ Il titolo originale del film, Trouble Every Day, è stato preso da una canzone di Frank Zappa contenuta nell'album "Freak Out!".
Titolo originale
Trouble Every Day
Regista:
Claire Denis
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
Francia, Germania, Giappone
2001
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
