Cose preziose
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Voto:
Nella ridente cittadina di Castle Rock giunge un simpatico signore che apre il negozio Needful Things. Modo strano di vendere, il suo: gli oggetti costano poco perché, più dei soldi, Leland Gaunt (Max von Sydow) desidera che chi acquista i suoi prodotti si metta a tirare dei brutti scherzi a un altro ignaro cittadino. Ovviamente, lo si comprende subito, Gaunt è il Diavolo in persona che, più che vendere, acquista anime. La sua permanenza a Castle Rock porterà la cittadina nel caos, al quale si opporrà lo sceriffo Alan Pangborn (Ed Harris).
LA RECE
Horror satanico senza particolari strappi e sussulti, poiché prono ad un binario di rappresentazione televisiva. Tuttavia, il cast e la narrativa sono decisamente buoni.
Impianto televisivo ma solida narrativa derivata dall'origine letteraria. Il figlio di Charlton Heston, Clarke, evita un lavoro particolarmente creativo sia con la macchina da presa, sia in montaggio, prono alla necessita di spiegare linearmente la storia scritta da Stephen King. Grande impiego di attori di calibro: mefistofelico e convincente il vecchio Von Sydow; bravo e rude Harris; buona la performance di Bonnie Bedelia (Polly Chalmers) nota al più largo pubblico per essere stata Miss Holly Gennaro nei due primi film della serie Die hard. La distribuzione italiana fa i soliti pasticci con il titolo che, in questo caso, sarebbe stato d'uopo rendere al meglio, dato che porta con sé il senso del film. Needful things, infatti, andrebbe tradotto come "cose necessarie" o "di cui si ha bisogno"; è proprio ricordando e sollecitando queste cose che il Diavolo riesce a far leva sulle piccinerie della gente, offrendo loro oggetti per i quali le persone credono di non poter fare a meno, ninnoli che potrebbero risolvere i problemi o guarire le ferite, sia fisiche che psicologiche. Una certa critica ha letto nel film un mero parallelismo con il consumismo, forzando strumentalmente la lettura del racconto verso determinati lidi politici, mentre l'intendimento del racconto è qualcosa di più profondo e di cui il consumismo può, semmai, essere una conseguenza secondaria. Qui si tratta della piccineria dell'animo umano e delle fragilità che portano a credere che la propria fortuna possa dipendere da qualcosa di esterno a noi, o che venga svilita dall'altrui fortuna o, ancora, che le soluzioni ai problemi possano emergere più per accadimenti fortunosi e magici che tramite la cooperazione e l'impegno. Peraltro, appare poco probabile che King, di fatto il più commerciale e commerciabile fra gli scrittori di horror, si metta a produrre un racconto incentrato meramente sul consumismo; più verosimile che la sua sia una fiaba nera su ciò che l'uomo è disposto a fare, alle spalle degli altri, per ottenere ciò che vuole, e di come spesso ritenga che la propria sfortuna sia connessa inversamente alla fortuna altrui. Un esempio di ciò, disgiunto dai valori materiali, è rappresentato dallo scontro fra i due uomini di chiesa, il prete e il reverendo. Come in un rito di gruppo, le colpe vengono confessate in pubblico per ottenere l'assoluzione: solo tramite questo passaggio in cui tutti devono calare la maschera e mostrarsi per ciò che sono, il Male può essere debellato. Peccato, però, che l'impatto generale del film rimanga sotto tono. Peccato perché gli spunti e il cast c'erano ma le logiche del "libera tutti" impongono delle revisioni allo script in modo che sia innocuo: ad esempio, nel racconto di King, il giovane Brian Rusk si suicida, mentre nel film si fa sapere che è sopravvissuto per intervento della produzione che riteneva l'idea del suicidio di un giovane una cosa troppo orrorifica. È improbabile che la versione del film nota come More needful things pensata come miniserie tv per la rete via cavo TNT, con tanto di un'ora di materiale reintegrato, possa dire di più della versione circolata; tanto più che questa versione allungata, per motivi legali, non è mai stata distribuita. Resta, comunque, lo svago di osservare la buona resa attoriale di von Sydow che tenta questo e quello con questo o quell'oggetto desiderato. Il ritmo tranquillo, privo di strappi, ma non noioso, può effettivamente rendere Cose preziose una perfetta soluzione per la domenica pomeriggio o la seconda serata.
TRIVIA
Fraser Clarke Heston (1955) dixit: "Quello che mi piaceva di più dell'epoca di mio padre (Charlton Heston) era l'atmosfera da club di Hollywood. Il dialogo nel processo di produzione cinematografica di allora suonava così: "lo produco questo film, tu lo dirigi, poi io dirigo il prossimo e tu produci...". Sono stato fortunato ad aver intravisto quel vecchio modo di fare affari" (IMDb.com).
⟡ La casa di produzione Castle Rock Entertainment ha preso il suo nome dalla fittizia cittadina creata da King.
⟡ Lo sceriffo Alan Pangborn comparirà anche in la Metà oscura (1993) benché impersonato da un altro attore, Michael Rooker.
⟡ Come detto, questo è il film di debutto alla regia per Fraser C. Heston che nel film i Dieci comandamenti (1956) aveva partecipato nei panni del neonato figlio di Mosè. D'altra parte, Max von Sydow aveva recitato nei panni di Gesù in la Più grande storia mai raccontata (1965). Quando sul set di Cose preziose, Heston chiamava a sé Sydow per spiegargli come meglio rendere il suo personaggio, una persona presente sul set notò: "Non è una cosa che si vede tutti i giorni: Mosè sta dicendo a Gesù come impersonare il Diavolo!"
⟡ Il faro che si vede nel film è il Point Atkinson Lighthouse che si trova nella parte occidentale di Vancouver.
Titolo originale
Needful Things
Regista:
Fraser Clarke Heston
Durata, fotografia
120', colore
Paese:
USA
1993
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
