E sul corpo tracce di violenza

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Voto:

La modella Anne-Marie (Penny Irving) riceve una multa dopo essere apparsa in alcuni scatti a seno nudo in un parco pubblico. Ad un party, Anne-Marie incontra il fascinoso e sinistro Mark E. Desade (Robert Tayman) che la invita nella villa della madre per il weekend. Là giunta, la ragazza viene imprigionata e condannata a una sadica rieducazione a causa della sua lassità morale. A condurre la prigione domestica, il vecchio giudice in pensione Desmond Bailey (Patrick Barr) e la sua folle moglie Mrs. Wakehurst (Barbara Markham).

LA RECE

Fra il sottogenere WIP (women in prison) e il roughie ma, in realtà, una spanna sopra i comuni exploitation per tematica sociale e realizzazione. Certo, il film sadico lo è!

Esordio della collaborazione fra il regista Walker, che si era fatto notare (non troppo) con il proto-slasher the Flesh and blood show (1972), e l’ex critico del Monthly Film Bullettin, David McGillivray. In un’Inghilterra scossa dal terrorismo dell’IRA, dalle reprimende sul lassismo dei costumi e dai richiami alla pena di morte, il lavoro di Walker e McGillivray arrivò nelle sale con una certa violenza a dipingere una Terra d’Albione cupa e psicopatologica. “La Casa dello Scudiscio”, che si becca un titolo italiano in assonanza con il giallo pruriginoso de noantri, non lesina troppo in scene di nudo ma qui, a differenza dell’obliqua logica exploitation, non si condanna ciò che, compiaciuti, si mostra. Regista e sceneggiatore se la prendono con le Istituzioni e con alcuni soggetti specifici che, ai tempi, c’andavano giù pesante con le reprimende: la riformatrice morale Mary Whitehouse e il sostenitore di una crociata anti-porno Lord Longford, rispettivamente ritratti nel film nei panni di Mrs. Wakehurst e del giudice Bailey, non a caso cieco. Il cinema di Walker non è elegante nella messa in scena né, in fondo, nell’analisi di una società retrograda e bacchettona che lui dipinge troppo vivacemente nel compiacimento della tortura di belle donne e, meno efficacemente, nei dialoghi. Però, messo a paragone con gli accoliti che hanno fatto delle donne in prigione e delle violenze psicosessuali il piatto forte, E sul corpo tracce di violenza resta un lavoro decoroso, verosimile circa le azioni che compiono i comprimari e con qualche quadretto che pare superfluo ma non lo è affatto: ad esempio, l’uomo del popolo che si sente moralmente in dovere di riferire di aver visto la donna denunciata come scomparsa benché altri gli dicano di fregarsene. Buone, soprattutto, le interpretazioni dei due villain, orchi di una moderna fiaba nera. Indimenticabile, nella versione originale, la vocina da bimba di Penny Irving. Da guardarsi, per avere un’idea completa della poetica-politica di Walker e McGillivray, insieme ai di poco successivi Nero criminale (1974) e la Casa del peccato mortale (1976).

TRIVIA

Pete Walker (1939) dixit: “Ero l'ospite non invitato dell'industria cinematografica britannica. Nessuno voleva conoscermi. Sapevo di voler fare film ma vedevo questi ragazzi dall'aspetto serio andare in giro con le sceneggiature sotto il braccio, passando tre o quattro anni a cercare di fare i loro film. Non potevo essere così, dovevo guadagnarmi da vivere e volevo mettermi dietro una cinepresa e gridare "azione". Così giravo cose come l'Allegro college delle vergini inglesi. Dio, era un film terribile e qualche settimana dopo ogni cinema del paese lo proiettava” (IMDb.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

House of Whipcord

Regista:

Pete Walker

Durata, fotografia

102', colore

Paese:

UK

Anno

1974

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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