Echi mortali

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Voto:

Da un racconto del ’58 del prestigioso Richard Matheson, in seno al filone thriller soprannaturale di gran moda in quegli anni: il Sesto senso (1998), le Verità nascoste (2000) e compagnia bella. Un Kevin Bacon in buona forma dovrà rompere le spesse pareti di un vicinato all’apparenza simpatico ma che, in cantina, nasconde il marcio; ad aiutarlo ad “aprire le porte”, la cognata freakettona che ipnotizza, e i fantasmi morti male che devono dirti qualcosa di essenziale ma, chissà perché, scelgono di farlo nel modo meno pacifico e produttivo possibile. Il modo di raccontare è quello mainstream; quindi, la pellicola può piacere particolarmente a coloro che dai film di paura non si aspettano troppa paura. Eppure, una sua seminalità, soprattutto nel finale, c’è, ad esempio rispetto a certo j-horror. Più dell’orrore, piace il dipinto della cornice sociale e le sorti del protagonista un po’ fallito che, almeno nella tragedia, si riscatta. Sì, siamo d'accordo: non esattamente un topos originale. Con un seguito tv, Stir of Echoes: The Homecoming (2007), girato da Ernie Barbarash e con Rob Lowe, perciò non l’ha visto nessuno.


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Titolo originale

Stir of Echoes

Regista:

David Koepp

Durata, fotografia

99', colore

Paese:

USA

Anno

1999

Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0