Embryo
-
Voto:
Il Dr. Paul Holliston (Rock Hudson) compie ricerche su un farmaco che accelera la crescita embrionale; lo testerà sul feto estratto da una ragazza suicida. L'ormone funziona e, in pochi giorni, si sviluppa pienamente Victoria (Barbara Carrera) che mostra un'intelligenza non comune. Paul e Victoria s’innamorano ma il farmaco ha effetti secondari.
LA RECE
Medical-horror con un buono spunto concettuale che origina da Alraune (2018) ma la resa tecnica complessiva non è appagante. Il regista ha fatto di meglio (vedere Soldato Blu).
Horror fantascientifico persosi fra le maglie del tempo, realizzato da quel regista che alcuni, non molti, ricorderanno per il crudo Soldato blu (1970) sulla cui struttura fu sviluppato il blockbuster l'Ultimo samurai (2003). Dopo aver visto 2001: Odissea nello spazio (1968) e l'Esorcista (1973), Nelson sembra voler miscelare inquietudini scientifiche a figli del Male, portando sullo schermo il tema della creatura nata artificialmente ma con un corredo genetico maledetto, qualcosa che, in effetti, il cinema aveva trattato parecchio tempo prima con Alraune (1918). Embryo, senza fare troppo segreto del film tedesco da cui prende spunto (ma non segnalando nulla nei credits) si sforza, fin dall'incipit, di dare di sé una parvenza di grande scientificità, cosa ardua in un film che vede come protagonista Rock Hudson. L'attore cerca di dare spessore scientifico con il suo caldo vocione ma riesce, piuttosto, a dare un taglio melodrammatico alla faccenda. Non molto convincente neanche la coprotagonista nicaraguense Carrera, al secolo Barbara Kingsbury, alla quale, comunque, non si può negare un complimento per l'esotica bellezza. Fra riprese mediche che paiono originali e altre amenità parascientifiche, Embryo sembra volerci raccontare, per l'ennesima volta, di una scienza disumanizzante che genera mostri, nello specifico arretrando il discorso all'embriologia con un accento polemico appoggiato alla sempre attuale diatriba sull'aborto. Ne consegue, per Nelson, che i figli della scienza sono dei cervelloni, però sono anche immorali e pericolosi, corretta punizione per aver trasgredito le leggi di natura. Meglio, allora, il Nelson de i Due mondi di Charly (1968) in cui l'intelligenza è vista come fattore che determina il male di vivere poiché porta ad una dolorosa condizione di consapevolezza. Non per queste critiche concettuali, ma per una pochezza di rappresentazione e per uno stile narrativo abborracciato, Embryo finirà nel dimenticatoio al punto da perdere le note di copyright e divenire di dominio pubblico rimanendo, comunque, nel silenzio.
TRIVIA
Ralph Leo Nelson (1916-1987) dixit circa il suo passato di criminale e senzatetto intorno agli anni ’30: “Alla prigione di Lincoln Heights potevo scegliere fra il lasciare la città o farmi 90 giorni di carcere. [dopo aver vagabondato quando si è imbattuto nella Union Rescue Mission] Mi hanno dato da mangiare, mi hanno dato un posto dove dormire e lavarmi e mi hanno trovato un lavoro come lavapiatti all'Hotel Lido a Hollywood [ritornò poi a New York City per studiare recitazione e lavorare come tuttofare a Broadway, per poi tornare ancora a Los Angeles come attore]” (lati-mes.com).
⟡ Il sopracitato film i Due mondi di Charly (1968) è tratto dal racconto di fantascienza "Fiori per Algernon" (1959) di Daniel Keyes. La stessa fonte di ispirazione governa la puntata dei Simpson nella quale Homer, togliendosi il pastello a cera infilatosi nel naso in giovane età, riacquista una notevole intelligenza (Ep.9 Stagione 12).
Titolo originale
Id.
Regista:
Ralph Nelson
Durata, fotografia
104', colore
Paese:
USA
1976
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
