Entrails of a virgin
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Voto:
Pinku eiga innestato nello slasher con un manipolo di fotografi e modelle che decidono per un servizio erotico outdoor ma, bloccati dalla nebbia, cercano rifugio in una casa persa nel nulla ed assediata da un mostro con un pene importante. Indubitabile che, negli anni ’80, un film con tante nudità e con un finale decisamente splatter facesse parlare. Adesso, però, Entrails of a virgin (altrove indicato con il titolo della distribuzione USA, Guts of a virgin) si riduce a una matassa malfatta di sfiancante erotismo nipponico di quello con quelle solite belle donne orientali - qui niente da dire - che vengono maltrattate e sono felici così. Poi spunta il mostro cazzuto (sic) e una delle modelle viene eviscerata via vagina tramite un fisting poco attento alle delicatezze delle pudenda femminili. C’è anche una final-girl deputata a portare in grembo il figlio della bestia. Finale con fermo immagine, lei gravida,fuoco e fiamme tutto intorno. "Anche no" esteso ai successivi lavori di Gaira che chiudono la trilogia: Entrails of a beautiful woman (1986), Rusted body: Guts of a virgin III (1987). Film non adatto al salottino mentre nonna prepara gli struffoli.

Titolo originale
Shojo no harawata
Regista:
Kazuo “Gaira” Komizu
Durata, fotografia
99', colore
Paese:
Giappone
1986
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0