Feed

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Voto:

Il poliziotto australiano Phillip (Patrick Thompson) indaga su uno strano sito internet in cui è possibile vedere donne obese che, volontariamente, vengono nutrite, curate e segregate da un uomo. La ricerca lo porta in contatto con il mondo feticistico dei feeders e dei feedees. Il webmaster del sito è Michael Carter (Alex O'Loughlin), un giovane palesemente disturbato con un oscuro passato. Phillip dovrà recarsi negli USA per porre termine al pericoloso e perverso gioco di Michael.

LA RECE

Tecnicamente eccepibile ma coraggioso nel portare sullo schermo un tema poco frequentato e, indubbiamente, sgradevole. Film di perversioni e schifezze assortite non adatto a tutti. Ma a chi interessa il cinema del bizzarro...

Consumption is evolution. Il motto della pellicola di Brett Leonard (il Tagliaerbe, 1992; Man-Thing, 2005) che pone una questione curiosa: se sei quello che mangi, che cosa sei quando vieni mangiato? Puro zen. La pellicola punta il riflettore sull’arcano fenomeno del feederism, una relazione simbiotica, anaclitica e consensuale nella quale una persona, detto feeder o encourager, promuove il consumo di cibo da parte di un'altra persona, il feedee o gainer. La finalità di questa relazione perversa è che il feedee raggiunga un elevato peso deciso consensualmente a priori, il che rende il feeder responsabile del nutrimento, della cura e dell'igiene del primo che acquisterà una massa corporea tale da impedire la libertà di movimento. Perché tutto questo? A una prima analisi si può parlare di celebrazione del cibo, del consumo di esso, della sfida nei confronti dei canoni di bellezza socialmente condivisi e del fare un po' quel diavolo che si vuole in ambito relazionale. A un'analisi più approfondita, risulta chiaro che in una coppia che pratica il feederism sia in atto una dinamica sadomasochistica particolarmente complessa in quanto il ruolo materno viene assunto dal maschio che dà il cibo ad una donna regredita e dipendente. In questo stato, la donna diventa anche statua immobile, oggetto d'amore ideale alla quale l'uomo porta offerte di cibo come fosse una dea. Si palesa, così, la tipica ambiguità delle relazioni sadomasochistiche nelle quali solo in apparenza vi è un dominatore e un sottomesso, quando, in effetti, il sottomesso domina dal basso (topping from the bottom), attraverso la propria passività, la necessità del dominante di avere al fianco un partner passivo. Il regista si discosta dalle sue precedenti opere, relative alla tecnologia e ai suoi pericoli, ed esplora un territorio meno fantastico ma non meno pericoloso e certamente più scioccante. Cosciente che il film avrebbe avuto una distribuzione limitata, Leonard mette in scena più di un momento disturbante e non lesina neppure sul sesso: in Feed, la figura femminile non esce a testa alta poiché, se da una parte c'è la dipendente e obesa Deidre, dall'altra abbiamo l'emancipata ragazza del poliziotto che si vanta di rapporti promiscui quando lui è assente. In pratica, entrambi i rapporti affettivi dei due protagonisti maschili sono disfunzionali, il che rende difficile tirare una linea netta che separi il buono dal cattivo; il finale del film rimarcherà questo fattore. Ciò detto, e a dispetto di alcuni dialoghi di una certa profondità, i personaggi rimangono un poco macchiettistici e il plot non si discosta poi molto dal gatto che insegue il topo con resa dei conti. Il finale, inoltre, va più in cerca di uno shock che di una logica narrativa. Il regista opta per riprese realizzate con cinepresa a mano, cosa che dà un tono intimo e realistico al film, facendo in qualche modo emergere il voyeurismo dello spettatore. Meno condivisibile la scelta di un montaggio nervoso e dello split screen, entrambe cose che ricordano lo stile dei video musicali, mentre lo score composto da vecchie canzoni ha senso solo perché quelle canzoni fanno riferimento al cibo. Feed ha i suoi punti deboli ma, d'altra parte, presenta più di una caratteristica che lo rende un prodotto allettante per gli appassionati di cinema estremo: scene di sesso crude, effetti speciali ottimamente curati (la donna obesa indossa una tuta di silicone), momenti disgustosi relativi all'ingestione forzata di cibo. Feed, manco a dirlo, non è adatto ai deboli di stomaco.

TRIVIA

Brett Leonard (1959) dixit: “Mia madre […] era un'attrice un po' frustrata perché è cresciuta a Toledo, Ohio, e non ha mai avuto la possibilità di farlo professionalmente. Così, fin da piccolo, m’ha instillato la passione per il cinema […] Ho lasciato Toledo subito dopo il liceo e mi sono diretto in California per entrare nel mondo del cinema. Be’, non avevo soldi, non avevo conoscenze, non avevo familiari intorno, quindi l'ho fatto nel modo più difficile, mi sono fatto strada. Ho iniziato a lavorare come elettricista e da lì mi sono fatto strada fino alla regia scrivendo sceneggiature e poi facendo il lavoro di seconda unità di ripresa su film a basso budget che sarebbero arrivati nel nord della California, dove vivevo in un posto chiamato Santa Cruz. E siccome ero a Santa Cruz ero anche molto in contatto con la rivoluzione digitale perché si trovava proprio vicino alla Silicon Valley, così mi sono trovato con persone come Jobs e Wozniak e un tizio di nome Jaron Lanier che stava facendo questa cosa chiamata realtà virtuale” (slash-film.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Brett Leonard

Durata, fotografia

97', colore

Paese:

Australia

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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