Fotografando i fantasmi

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1912. Il fotografo Charles Castle (Toby Stephens) torna dalla Svizzera affranto: là, in luna di miele, ha perso la moglie caduta in un ghiacciaio. In una riunione della Società Teosofica, Charles esporrà il suo scetticismo nei confronti di una foto scattata da due ragazzine che dichiarano di aver immortalato alcune fate. Beatrice Templeton (Frances Barber), la madre delle due ragazzine, lo porta a dubitare delle proprie idee quando, invitato a mangiare un fiore che cresce nei boschi vicini, vive uno stato allucinatorio che permette di vedere le fate. In questa condizione alterata, Charles ritrova sua moglie e inizia a essere ossessionato da questo mondo nascosto agli occhi dei più.

LA RECE

Elegante film dramma-fantasy, di scarsa fortuna commerciale, che esplora la volontà di scoprire una realtà trascendente. Da recuperare (ma senza affannarsi).

Film tratto dal romanzo di Steve Szilagyi, a propria volta ispirato alla burla delle fate di Cottingley. Prendendosi le dovute libertà da un fatto di cronaca che molto ha da insegnare sul desiderio umano di ricevere speranze più che cercare prove, Fotografando i fantasmi rimodella i pesi della faccenda, mette ai margini le due bambine e pone al centro dell'azione un uomo cinico e addolorato. Cinico in quanto addolorato? Sì. Ma, poiché addolorato, anche sensibile alla speranza di poter tornare in contatto con la moglie defunta, il bene e la felicità perduta che parrebbero ospitate in un mondo “altro”. La particolarità è che il viaggio metafisico avviene tramite l'utilizzo di un fiore allucinogeno che, ingerito, consente visioni e distorsioni temporali, il che pone Photographing fairies nello stesso territorio di Stati di allucinazione (1980). Il film rimane elegantemente a metà strada fra la spiegazione più materialistica e il rispetto per l'ipotesi metafisica, ovvero che vi sia un aldilà o anche, semplicemente, il rispetto per l’anelito che vi sia un aldilà. Fini e quasi involontariamente sinistre certe scene, affascinanti le allucinazioni, specialmente la prima che termina con un rapporto sessuale con la moglie defunta. Toby Stephens interpreta con qualche rigidità il fotografo protagonista; la sua performance viene prevedibilmente oscurata da quella di Ben Kingsley nei panni del reverendo rabbioso, il quale, avendo già fede in qualcosa che non si vede, non accetta la fede verso qualcos'altro di invisibile. Curiosa e dovuta la presenza di un Arthur Conan Doyle interpretato da Edward Hardwicke. Film non essenziale ma, di certo, merita una possibilità da parte dello spettatore, così come il regista Nick Willing avrebbe meritato, vista questa pellicola, un futuro meno televisivo di quello che, invece, gli è spettato; la scena finale dell'esecuzione capitale ne è la prova. Chi voglia chiudere il cerchio, guardi il film in double-bill con il coevo Favole (1997) di tono però assai diverso e ben più aderente al fatto di cronaca.

TRIVIA

Nick Willing (1961) dixit: “Sarebbe molto più facile per me portare la mia cinepresa in strada e girare una commedia romantica, o qualcosa del genere. Mi piacerebbe farlo di nuovo. Ma torno sempre indietro al genere fantasy, e non so perché. Ciò che so è che una delle cose che mi esalta di più è immaginare nuovi mondi, proprio come facevo da bambino quando ascoltavo le fiabe e immaginavo com’erano quei mondi” (collider.com).

⟡ Con la burla delle fate di Cottingley ci si riferisce alla trovata di due cuginette inglesi (Elsie Wright, 16 anni e Frances Griffiths, 10) abitanti a Cottingley nei pressi di Bradford, che, nel 1917, si fecero delle fotografie posando insieme a fatine chiaramente realizzate con cartoncini colorati e, nel 1920, riuscirono a spacciare le foto come autentiche, scuotendo alcuni ambienti (pseudo)scientifici e convincendo della veridicità degli scatti alcuni uomini di cultura. Fra essi, il più esaltato fu Arthur Conan Doyle, padre letterario dell'acuto Sherlock Holmes, che, nel 1922, arrivò a scrivere l'accorato "Coming of the Fairies". Solo all'inizio degli anni Ottanta, a pochi anni dalla loro morte (1986-1988), le due donne ammisero che si era tratto di una bischerata.

Titolo originale

Photographing Fairies

Regista:

Nick Willing

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

USA

Anno

1997

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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