Gostanza da Libbiano

Voto:

1594, San Miniato al Tedesco, Gran Ducato di Toscana. Gostanza (Lucia Poli), erborista di paese, viene accusata di stregoneria e si istruisce un processo inquisitorio nel quale, sotto tortura, la donna dirà tutto e il contrario di tutto.

LA RECE

Rispettabilissimo film storico e rispettosissimo della storia. Sguardo gettato su quella che fu una perversione istituzionalizzata. Non per il mainstream, ed è un peccato.

Superbo sguardo sulla storia e rispettoso di essa, a differenza di buona parte del cinema sulla stregoneria che, exploitation, non lesina in grossolanità assortite. Benvenuti, ex assistente di Rossellini, dà al tutto un taglio sintetico ed elegante in un’unità di luogo, rifacendosi in fotografia a la Passione di Giovanna d'Arco (1928) e al Dies irae (1943) di Dreyer. Scartabellando l’antica documentazione di San Miniato, un plotoncino di sceneggiatori e ricercatori scova una storia “inferiore” di stregoneria di paese con protagonista una sempliciotta che ha imparato empiricamente a curare questo e quell’acciacco con le erbe. Le voci girano e la solitudine di Gostanza, in combinazione alla sua fitoterapia, fanno di lei una papabilissima puttana del Diavolo. Denudata e appesa alla fune, la poveretta non potrà che affabulare una serie di fantasie su pratiche magiche e invereconde, anche relative alla sua vagina, che il manipolo di preti è morbosamente attento ad ascoltare e sollecitare nella memoria della donna. Fu un’interessante quanto inquietante periodo storico di sottili e violente perversioni sessuali gestite e foraggiate da chi il sesso non lo praticava - si fa per dire - e che magnificò il fatto che ciò che il volgo poteva dire, vero o falso che fosse, contava assai poco, dato che la prima e l’ultima parola spettava al potere costituito bisognoso di un nemico per legittimarsi. Lucia Poli titaneggia ignuda fra chiaro e scuro, parla in vernacolo e ripete ciò che i documenti originali riportano. Si conclude in maniera meno drammatica del consueto ma il controllo delle genti è quasi più brutale se si fa di essi schiavi vivi piuttosto che martiri morti. Film molto interessante e molto ben fatto ma monocromatico e non dinamico, perciò passato poco in tv e praticamente dimenticato. Recuperiamolo.

TRIVIA

Paolo Benvenuti (1946) dixit: “Bisogna partire dall’idea che di base io sono uno storico, il mio vero lavoro è la ricerca. Il film è solo il mezzo che scelgo per divulgare la mia ricerca. Ho scelto di fare film perché considero il cinema l’arte più completa che l’uomo abbia creato, è espressione totale dell’animo umano” (close-up.it).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Paolo Benvenuti

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

Italia

Anno

2000

Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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