the Green inferno

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Voto:

Revival cannibal con una prima parte lunghetta abitata da eco-fasulli ai quali si unisce Justine (Lorena Izzo) che frequenta l’università da 50.000 dollari l’anno pagata dal papi ma vuole comunque fare la differenza andando in Amazonia a legarsi agli alberi per bloccare la deforestazione. Peccato che gli eco-radical-chic, che già sulle prime sembravano degli stronzi, si rivelino dei grandissimi stronzi, così come vuole la vecchia tradizione del genere cannibal che vuole gli occidentali invasori indigesti ai verdi panorami amazzonici. Chi si aspettava nudità e ultrasplatter rimane fregato perché di scene forti ce ne sono (e ben realizzate dagli effettisti Nicotero e Berger) ma neppure troppe; e nudi, nisba. Fotografia piattissima e facce da film-tv ma si ha qualche buona sequenza di massa con i cannibali pittati di rosso che si stagliano contro il verde, capitanati da un cacciatore e una sciamana cattiva che paiono usciti da Mad Max: fury road, che però è venuto dopo (2015). La vergine ma non verginale final-girl Justine, in una conclusione poco sensata, ne esce stronza pure lei. L’ironia più cattivella l’abbiamo alla fine, con la t-shirt che sbeffeggia il novello Che Guevara e chi la indossa. L’operazione nostalgia, che non sedimenta come invece accadde alle nostre pellicole di riferimento, portò, però, bene a Roth che, nel 2014, si sposò quella bella ciaciona di Lorena, dalla quale, tuttavia, divorziò nel 2018. Una giungla di sentimenti.


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Titolo originale

Id.

Regista:

Eli Roth

Durata, fotografia

100', colore

Paese:

USA, Spagna

Anno

2013

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0