Hagazussa - la Strega
Voto:
Vent’anni dopo la traumatica morte della madre, la giovane allevatrice di capre Albrun (Aleksandra Cwen) inizia a percepire una strana presenza nei dintorni. Inoltre, immersa in un ambiente alpino del XV secolo saturo di rigida religiosità e superstizione, Albrun viene vittimizzata dagli abitanti del piccolo villaggio in cui vive, e finisce emarginata nonché ritenuta una strega. Madre a propria volta, e sola, la giovane deraglia psicologicamente.
LA RECE
Materia di donne incomprese, frustrate e doloranti che abbracciano il Maligno per difendersi dalla malignità umana. Nell'alveo di the Witch ma più cupo, più scarno, più viscerale e ancora più vero.
Impressionante film di debutto dell’austriaco Feigelfeld residente a Berlino, tanto più impressionante quando veniamo a sapere che Hagazussa è stato realizzato come lavoro di tesi di laurea presso il Deutsche Film und Fernsehakademie della capitale tedesca. In parte finanziato tramite crowdfunding, il progetto va in coda a quel genere di lavori indie che vogliono l’horror pensato e non caciarone, quindi un po’ d’essai e, nello specifico, a braccetto col lavoro di Roger Eggert (the Witch, 2015)con il quale viene, più o meno giustamente, paragonato. L’esoterico titolo, tuttavia, lascia intuire la fondamentale differenza fra questi due film. Il termine “hagazussa”, ovvero “strega dei bordi”, deriva dall’anglosassone “hægtesse”, colei che corre sul limite, intendendo non tanto un bordo concreto ma la linea di demarcazione che separa il mondo fisico da quello metafisico, mentale e sconosciuto, una sorta di Aldilà. Feigelfeld, facendo anche virtù delle necessità insite in un lavoro cinematografico a budget ridotto, limita la parte dialogica e destruttura la linearità del racconto, due elementi invece ben tracciati nel film di Eggert. Hagazussa finisce, così, per essere un film sulla stregoneria ma pesantemente più livido, ermetico, simbologico in cui il sonoro, le musiche dei greci MMD e le immagini ben dipinte dal direttore della fotografia Mariel Baqueiro prendono il sopravvento sul racconto che si limita alla descrizione della discesa di una povera montanara nel disagio psicosociale. In una cornice di colori limitati a richiamare la durezza della vita montana, Albrun va ad inscrivere il proprio isolamento e il proprio sconforto in quelle credenze che già le hanno attribuito l’identità di diversa che, per una donna del XV secolo, molto facilmente significavano strega. A un’identità negativa attribuita a forza possiamo rispondere con opposizione od abbandono, soprattutto sapendo che quell'identità ci consentirà di colpire direttamente o indirettamente proprio coloro che ce l’hanno attribuita. Ecco, quindi, che Alburn si abbandona alla propria fisicità, alla masturbazione, a inquinare le acque del ruscello con la sua urina, fino a giungere all’infanticidio e al cannibalismo, folle punto di non ritorno che richiederà l’accedersi di un definitivo fuoco purificatore. Anche per Feigelfeld come per Eggert, nonostante le sottili allusioni al demoniaco, la stregoneria è materia di donne incomprese, frustrate e doloranti che abbracciano il Maligno per difendersi dalla malignità umana. Hagazussa è più cupo di the Witch, più scarno, più viscerale e anche più difficile da guardare, in parte per le sue lentezze e i suoi silenzi ma, soprattutto, per la sua ruvidezza e per un erotismo non comune che ne fanno un prodotto non idoneo alle educande, ivi compresa una scena di stupro che, oltretutto, vede una donna in un ruolo davvero infido. Ambizioso nel descrivere con tanti silenzi la femminilità, il disagio e la superstizione che ai tempi si inscriveva fra i primi due, Hagazussa, pur non perfetto, è un ragguardevole risultato per una tesi di laurea e un valido horror art house con alcune sequenze davvero difficili da dimenticare. Più che consigliato.
TRIVIA
Lukas Feigelfeld (1986) dixit: “Il mio approccio allo sviluppo di un film è già sulle prime molto visivo. Mi ispiro ai dipinti, alla fotografia e ad altri film in sintonia visiva o atmosferica con lo stato d'animo che voglio generare” (horrormo-nal.wordpress.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Lukas Feigelfeld
Durata, fotografia
102', colore
Paese:
Germania, Austria
2017
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0




