Identità
Voto:
Un violento temporale obbliga alcune persone a rifugiarsi in uno squallido motel nel mezzo del nulla. Fra loro, oltre al gestore del motel, c'è un'attrice di non grande successo, il suo autista, un poliziotto che scorta un pericoloso criminale, una prostituta di buone maniere e bella presenza, e una famigliola composta da madre ferita, padre e figlio. Questi "dieci piccoli indiani" iniziano inspiegabilmente a essere uccisi da una mano misteriosa.
LA RECE
Intrigantissimo mystery-horror basato sul “conceptual reversal”, o ribaltamento degli assunti, così come andava di moda ad inizio millenio. Pur fondando la sua fortuna su un colpo di scena finale, il film regge molteplici visioni per l'azzeccata atmosfera generale.
Pellicola passata immeritatamente in sordina, al tempo scarsamente vista e pubblicizzata; nel tempo, anche grazie alle piattaforme streaming, recuperata con tanto di voto elevato du IMDb. Identity è una riuscitissima fusione di elementi horror e mystery, difficile da analizzare criticamente senza rivelare particolari importanti. D'altro canto, limitandosi a descrivere la trama, si potrebbe avere l’idea di uno slasher con il solito folle che si aggira in una location ristretta. Pur non rivoluzionario nel suo meccanismo mystery, Identità lascia piacevolmente sbigottiti quando si spegne lo schermo e rimane in testa per parecchio tempo. Comprendere in anticipo chi possa essere il colpevole sarà un’impresa ardua per coloro che amano risolvere anzitempo i whodunnit, soprattutto a causa del fatto che il movente è davvero singolare. Meglio, allora, farsi prendere dall’atmosfera piovosa e da una storia ben scritta e ben interpretata dagli attori, fra i quali risaltano il sempre torvo Ray Liotta (1954-2022) e un accigliato John Cusack assolutamente in parte. A differenza di molti prodotti del genere - anche se un vero equivalente manca, se non la base letteraria di "Dieci piccoli indiani" - Identità riesce ad essere lineare rispetto alle premesse e mantiene una logica sufficientemente coerente. Il twist finale è inaspettato e inquietante benché rimanga l’impressione che si sia voluto un po’ forzare la mano sul piano psicologico. Piacevolissimo esempio di film mainstream che, sulla scia della corrente d’inizio millennio relativa alle pellicole basate sul “conceptual reversal”, o ribaltamento degli assunti, solletica non poco. Gli studenti di psicologia apprezzeranno particolarmente (ma farebbero meglio a leggere Nicholas P. Spanos sul tema!) e gli amanti di film come Fight club (1999), il Sesto senso (1999), the Others (2001) e the Village (2004) avranno il loro ennesimo spasso.
TRIVIA
James Mangold (1963) dixit: “Dovremmo scrivere più grandi ruoli per le donne, punto. Un altro problema è che i film sono generalmente fatti per ragazzi di 14 anni, e i ragazzi di 14 anni vogliono guardare eroi d'azione di 25 anni” (IMDb.com).
⟡ La poesia "As I was going up the stair …" che uno dei protagonisti sostiene di aver inventato quando era giovane fu scritta da Huges Mearns.
⟡ Il libro che si vede nella macchina di Ed è “l'Essere e il nulla” di Sartre, un’allusione al tema del film.
⟡ Il film è stato rifatto - pare malissimo - in India con il titolo Khamoshh... Khauff Ki Raat (2005).
⟡ Fu creato un manichino a misura d'uomo per ricreare Jake Busey con la mazza da baseball in gola. Un manager degli studios chiese di tenerselo come souvenir e mise il manichino in uno stanzino dell'ufficio. Una notte, una donna delle pulizie aprì lo stanzino e fu colta da malore per lo spavento. Dopo questo episodio, il manager rimosse il manichino..
Titolo originale
Identity
Regista:
James Mangold
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
USA
2003
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
