the Lure
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Voto:
Varsavia. Dalle acque emergono due belle sirene canterine, Srebrna, cioè Silver (Marta Mazurek), e Zlota, Golden (Michalina Olszanska), subito ingaggiate in un decadente nightclub gestito dall’anziano Kierownik Sali (Zygmunt Malanowicz). Alle due basta poca acqua per far spuntare la metà ittica al posto delle gambe, oltre a non disdegnare la carne umana. Nondimeno, Silver e Golden ottengono un grande successo di pubblico per le loro doti canore. Tutto va (quasi) per il meglio, finché Srebrna non s’innamora di un ragazzo e, per lui, si sottopone ad un intervento chirurgico in modo da non mutare più in creatura delle acque.
LA RECE
Curiosa rilettura femminista del mito della sirena. Non tutto entusiasma ma la messa in scena e diversi altri particolari sono davvero apprezzabili. Il fatto di essere musical può essere ferro o piuma...
Curiosa rilettura polacca del mito delle sirene, a metà strada fra le sirene cannibali omeriche e il dramma romantico scritto da Andersen nel 1837. Non solo. Tutto si svolge in una Polonia retrò, e con tanto di scene splatter, gradevoli nudi femminili integrali (ma c’è una patch che fa sparire i particolari) e, siatene consapevoli prima che sia troppo tardi, diversi pezzi di cantato in stile musical. Sempre che già non lo fosse la fiaba di Andersen (e lo era), le sirenette della regista polacca Smoczynska si fanno interpreti di una metafora: la trasformazione della bambina in donna attraverso il sesso. La sirena sta bene nel suo mare/madre finché non s'innamora di qualcosa che è esterno alla diade familiare; l’unione completa con l’uomo implica la perdita (castrazione, potremmo dire) di una parte di sé legata alla magia dell’infanzia. Se, però, quell’amore non viene ricambiato, la sirena, morendo, si trasforma in schiuma del mare. Be’, ovviamente un esito comprensibilmente maschilista visto i tempi in cui la fiaba venne creata. Come dire, insomma, che la donna non possa esistere al di fuori di due ecosistemi (famiglia d’origine, famiglia acquisita) che la contengano e le offrano un’identità. Niente sirene single, insomma. Oppure, come mostra the Lure, sirene solitarie che accettano la loro natura diversa, come farà la bellissima Golden, ma con emersione di una dimensione antropofaga che colpisce (castra) i maschi. Lilith, quindi. La fretta di Silver di diventare donna, intendendo il divenire donna limitatamente al poter fare sesso con il suo bello, sarà la rovina di tutto. Se the Lure, narrativamente, percorre la ben nota fiaba senza stravolgerne il senso, interessante è la volontà di inscrivere la storia nel mondo del musical, un genere assente in Polonia, e che ha richiesto alla regista di rifarsi a grandi classici internazionali, benché i brani proposti non suonino così trascinanti. Meglio, molto meglio le scenografie, le luci e la messa in scena generale, più qualche personaggio di cui si intuivano enormi potenzialità su schermo ma che viene marginalizzato troppo presto (il boss del locale). A questo film imperfetto non si nega il fascino di osare un cinema fantastico qui da noi ormai annichilito, un erotismo sottile (così come l’erotismo dovrebbe sempre essere per dirsi tale) e la confezione curata. Chi ha voglia di seguire il lavoro della validissima regista Smoczynska, la potrà ritrovare nel portmanteau horror the Field guide to evil (2018): suo l’episodio the Kindler and the virgin. Intanto “le figlie della danza”, questa la traduzione di Córki dancingu, si guadagnano il numero 896 nella Criterion Collection.
TRIVIA
Agnieszka Smoczynska (1978) dixit: “Devi sapere che in Polonia non ci sono musical. Quindi ci siamo ispirati ad All that jazz (1979) e Cabaret (1972) di Bob Fosse, e Dancer in the dark (2000) di Lars von Trier; anche a the Rocky horror picture show (1975). Tuttavia, il tono potrebbe essere simile ma il lato visivo è completamente diverso. Un’altra fonte d’ispirazione importante sono stati i video di Björk. […] Ponyo (2008), il cartone animato, benché non un musical, è stata una delle fonti d’ispirazioni più importanti” (rue-morgue.com).
⟡ Per il ruolo di Golden e Silver, ispirate vagamente al duo canoro composto dalle polacche Barbara e Zuzanna Wrońska, furono vagliate 2000 ragazze. Un’importante variabile, nella scelta delle protagoniste, fu che queste non avrebbero dovuto sentirsi a disagio nello stare a seno nudo, poiché qui, a detta della regista, si trattava di raccontare una fiaba per adulti, non di fare un film Disney, e non ci sarebbe stato spazio per reggiseni a forma di conchiglia.
Titolo originale
Córki dancingu
Regista:
Agnieszka Smoczynska
Durata, fotografia
92', colore
Paese:
Polonia
2015
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
