Lycanthropus

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Voto:

Poco dopo l'arrivo del professor Olcott (Carl Schell) all'istituto di correzione femminile, alcune donne vengono aggredite da un mostro umano dalle fattezze licantropiche. Brunilde (Barbara Lass) sa che c'è sotto qualcosa.

LA RECE

Monster-movie italiano dei tempi che furono con suggestioni da (leggero) erotico collegiale e mystery. Solo per appassionati attempati.

Raro caso di uomo lupo all'italiana che, scorrazzando per un collegio femminile, come recita propriamente il titolo USA a Werewolf in a girl's dormitory, promette un certo sollazzo di compensazione dato che, per l'età della pellicola, probabilmente si vedrà ben poco sangue. Paul Heusch, non il cineasta più famoso, riesce a intessere una storia sufficientemente interessante scritta da Gastaldi, e di buon gusto estetico per l’aiuto del bianco e nero curato da George Patrick. Nulla di esaltante, però, per questo film dalle forti venature thriller-mystery che potrebbe tediare non poco chi non ama il cinema d’antan. L'ambientazione, satura di donne, garantisce qualche sottile ed elegante suggestione erotica (vedi ragazza sdraiata a letto che si stiracchia) mentre l'elemento horror è, ovviamente, tutto mediato dal mostro del titolo realizzato con un make-up semplice ma efficace. La storia si snoda con discreto senso del mistero e un interessante assortimento di personaggi, alcuni dei quali, per il loro sinistro atteggiamento, dovrebbero depistare le previsioni dello spettatore. Gastaldi ci rideva su: “Prendevo in giro Paolo Heusch che aveva girato il mio Lycanthropus: “Che fanno le vergini in un collegio femminile durante la notte?” “Passeggiano in giardino!”. Lo avevo scritto io, però lo aveva girato lui! Ho sempre cercato di essere conseguente e credo, più o meno, di esserci riuscito. Del resto il pubblico se ne frega e ha ragione” (Iachetti, 2017). Presente all'appello lo stranoto Luciano Pigozzi, il Peter Lorre de noantri, nei panni del custode. La recitazione degli attori è formale e la regia di Heusch si mantiene a livelli di funzionalità al servizio dello sviluppo degli eventi con qualche guizzo d'azione e qualche momento genuinamente inquietante senza scordare che siamo pur sempre nel '61. L'atmosfera sinistra è tenuta in tono dallo score musicale di Armando Trovajoli sotto pseudonimo. Difficile vederla più di una volta, tuttavia è una pellicola assolutamente dignitosa che sa palesare senza troppe difficoltà le proprie qualità. Forse il titolo rema un po' contro.

TRIVIA

⟡ Barbara Lass fu moglie del noto regista Roman Polanski dal '59 al '62. Nata in Polonia il primo giugno 1940 col nome Barbara Lass-Kwiatkowska, eliminò la seconda parte del suo cognome per evitare imbarazzi lessicali al pubblico. Barbara è morta, per un collasso improvviso dovuto ad emorragia cerebrale, il 6 marzo del 1995 al concerto della leggenda dello swing Al Porcino che si teneva a Monaco. La donna è sepolta al cimitero Rakowicki di Cracovia.

Regista:

Richard Benson [Paolo Heusch]

Durata, fotografia

82', b/n

Paese:

Italia, Austria

Anno

1961

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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