Monster House
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Il quindicenne DJ vive di fronte all'arcigno Mr. Nebbercracker che abita in una vecchia e sinistra casa pronto a redarguire ogni ragazzo che metta piede sul suo terreno, e svelto a portare via i giocattoli che finiscano sulla sua proprietà. All'ennesimo screzio per un pallone finito nel posto sbagliato, il vecchio si sente male e finisce in ospedale. DJ e l'amico Timballo scopriranno che la casa è viva e divora coloro che si avventurano troppo vicino ad essa. Con l'aiuto della sveglia Jenny, DJ e Timballo si avventureranno nella monster house con l'intento di fermarle il cuore.
LA RECE
Horror per ragazzini (tradizione '80) che reinventa brillantemente i tropi dell'horror gotico attraverso il prisma dell'infanzia suburbana. Le dinamiche dei ragazzini richiamano il cinema coming-of-age di Spielberg e il confronto con l'entità soprannaturale diventa un'allegoria della maturazione e del confronto con le paure dell'età adulta.
È esperienza soprattutto di coloro che hanno passato l'infanzia in ambienti non metropolitani, l’aver avuto a che fare con un vicino che, esasperato dal gioco dei bambini o dal non ricordarsi più di esserlo stato, vestiva involontariamente i panni dell'orco. Succedeva, infatti, che l'orto o il terreno di quella persona diventasse zona off-limit e mortifera per ogni giocattolo, nel 99% dei casi un pallone, che finisse su di esso; ciò perché il padrone della proprietà, nemesi di ogni infantile sollazzo, era pronto a scattare fuori di casa per sottrarre il pallone della discordia minacciando di bucarlo, più tardi e con comodo. Orbene, due erano le cose possibili per recuperare il pallone: chiedere a un adulto di intercedere, oppure tentare il raid. L'intercessione dell'adulto significava, tuttavia, l'autodenuncia da parte dei giovani che, quindi, poi avrebbero dovuto sorbirsi una certa dose di rimproveri, motivo per cui l'aiuto dell'autorità era un'opzione sempre limitata alle situazioni più disperate. Il raid era l'opzione più frequente: qualcuno faceva il palo mentre quello svelto saltava muri o recinti e recuperava il Tango o l'ingovernabile, ma più economico, SuperTele. Monster house, prodotto dalla ImageMovers di Zemeckis e la Amblin (pre-DreamWorks) di Spielberg, gioca le sue carte partendo proprio da questi ricordi di infanzia evidentemente universali, ai quali va sommata l'esperienza della "casa della strega", ovvero quell'abitazione, di norma disabitata e parecchio diroccata, nella quale i bambini proiettavano tutte le loro più recondite e irrazionali paure, non senza il rinforzo divertito degli adulti che, con questa scusa, tenevano i pargoli a debita distanza da una casa sporca e malmessa. Per descrivere la fiaba nera che è Monster house, indiscutibilmente un pezzo di cinema horror sebbene d'animazione e adatto ai bambini, debutta alla regia Gil Kenan che poi dirigerà City of Ember (2008). Il lavoro artistico che coordina Kenan non è solo potenziato dal real 3D ma si giova di movimenti di camera virtuale molto fluidi in un ambiente digitale illuminato superbamente con massimo vantaggio delle situazioni sinistre, fino a giungere a un concitato finale in cui i tre giovani protagonisti affrontano una mostruosa casa deambulante che ricorda il Castello errante di Howl (2004) di Miyazaki. Nel racconto, diversi i personaggi secondari che lasciano il segno: la babysitter goth inadatta, il maniaco dei videogiochi e, poi, un fragile Mr. Nebbercracker simil-Gollum che, in un finale conciliante, mostrerà di avere un animo gentile. Però, nascosta dietro i patinati effetti della computer grafica, soggiorna una strana e sinistra storia affettiva, la ferocia di un dramma umano connesso ad un attaccamento affettivo malsano che scatena un'ira e un desiderio di vendetta tipici di tanti horror ben più crudi e spaventosi. La casa, qui, non è semplicemente un edificio antropomorfizzato ma una complessa metafora della perdita, della rabbia e del lutto, una stratificazione narrativa che ricorda il modo in cui Shirley Jackson trasformò Hill House in un personaggio a pieno titolo, sebbene qui filtrata attraverso una sensibilità più accessibile al pubblico giovane. Resta da capire l’esatto target di un film d’animazione che presenta scambi di battute quali quello che avviene fra Jonny e Timballo (nell'originale Chowder, zuppetta), quando lei dice che la casa ha una zona uvulare intendendo l'ugola, e lui chiede se, dunque, la casa sia di sesso femminile, giocando il senso sulla somiglianza fonetica fra uvula (ugola) e ovuli. D'altro canto, certe leggerezze da cinema infantile e un finale decisamente conciliante non galvanizzeranno gli adulti. Rimane il fatto che diverse scene del film, innocue per un adulto, ma comunque genuinamente sinistre, potrebbero risultare inadatte per bambini troppo giovani, anche se, nel complesso, Monster house mira a essere spaventoso ma non terrorizzante. La prima parte, in cui si costruisce l'inquietudine e il mistero, è meglio della seconda in cui il mistero viene svelato tramite, altro leit-motiv nella vita di tanti ragazzini, la missione esplorativa nella casa della strega. La morale di Monster house è che i bambini non dovrebbero aver fretta di essere adulti dato che, diventati grandi, le vecchie case stregate vengono liquidate non dal coraggio ma da ditte di costruzioni, e i palloni, con i quali non si gioca più, o li recuperiamo per altri o ad altri li buchiamo.
TRIVIA
Gil Kenan (1976) dixit: “Ho iniziato la mia vita di narratore da bambino realizzando libri illustrati per me; le immagini sono sempre state il primo modo in cui ho raccontato le storie, prima di prendere in mano una Super 8, poi una videocamera e ora qualsiasi mostruosità si usi oggi. Comincio con uno schizzo, e per me i disegni sono importanti e mi aiutano a pensare a quale altezza voglio mettere la telecamera” (de-nofgeek.com).
⟡ La macchina dei poliziotti è targata BDR 529, la stessa targa della Bluesmobile in the Blues brothers (1980).
⟡ A inizio film, la bambina sul triciclo intona il tema musicale della serie tivù Storie incredibili (1985-1987).
⟡ Monster house è il secondo film in Real3D a essere stato distribuito nelle sale. Il primo in assoluto fu Chicken Little (2005).
⟡ Per poter ottenere il Rating PG (Parental Guidance Suggested, ovvero per alcune tematiche il film potrebbe non essere indicato ai bambini) alla fine del film, durante i credits, si offre un finale lieto per i due poliziotti e il cane precedentemente divorati dalla casa.
⟡ Nel circo in cui viene esibita Constance, la poveretta è presentata come "la donna grossa come una casa".
Titolo originale
Id.
Regista:
Gil Kenan
Durata, fotografia
91', colore
Paese:
USA
2006
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
