il Mostro di Venezia

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Voto:

Il giornalista Andrea Rubis (Luigi Martocci) intuisce che dietro la sparizione di giovani e belle studentesse vi sia la mano di un maniaco. Inquirenti e redattore non concorda-no, così Rubis dovrà fare da sé.

LA RECE

Morte a Venezia, ibrido fra giallo e gotico realizzato da chi, in effetti, non aveva il polso di entrambe le cose. Film ammuffito al quale, se si riconosce un fascino, è proprio quello del vecchio scarpone.

Arcanissimo horror lagunare prodotto nel ’64 e distribuito tre anni dopo, diretto dal misconosciuto Tavella che, durante la metà degli anni '60, girò questo film e una Sporca guerra per poi, nel 1969, morire a 48 anni. Pure il protagonista, tale Martocci aka Gin Mart, fu poco noto e prolifico. Mettiamoci anche la musica di Jti Janne che, con i Lagunari (?), incise un singolo che se lo trovate a casa di nonno avete fatto bingo per quanto è raro. Tavella, con una certa dose di dilettantismo, girò e scrisse un horror con protagonista un serial killer necrofilo, imbalsamatore e sommozzatore: il triste figuro si aggira per la laguna, o meglio sotto la laguna, e sbuca fuori con bombole e tutto l’armamentario per acchiappare delle belle donnine a passeggio, trascinandole, come un Fantasma dell’Opera sui generis, nello sprofondo della città dei Dogi. Il folle vuole preservare la bellezza delle sue vittime, quindi le imbalsama, e lo fa vestito da frate cappuccino ma con la maschera della Morte. Insomma, modus operandi alquanto bizzarro, ma non abbastanza da evitare l’emulazione (Amsterdamned, 1988). Il film, però, è invecchiato malissimo e, se si salva un poco la fotografia, è solo perché Venezia è così suggestiva che piazzi la macchina da presa dove ti capita che male non fai. Micidiali un po' tutti gli attori ma i due gondolieri veneziani che dovrebbero veicolare i momenti comici concionando in dialetto sono atroci. Bella botta di noia globale con un finale esagitato, e comunque mal girato, che vorrebbe forse recuperare l'attenzione dello spettatore andata ormai a zonzo per le calli. Il fosco bianco e nero, ulteriormente rovinato nelle copie circolanti, ha comunque il suo fascino e, nella sua bizzarra dimensione ipogea e necrofila, il killer profuma di muffa e gotico. Solo per subacquei dell'horror.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Dino Tavella

Durata, fotografia

77', colore

Paese:

Italia

Anno

1964

Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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