the Perfection
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Voto:
La superba violoncellista Charlotte (Allison Williams) è rimasta al capezzale della madre morente e, in questo tempo, è stata scalzata dall’altrettanto dotata musicista Lizzie (Logan Browning), entrambe provenienti dalla scuderia del formale maestro Anton (Steven Weber). In occasione di un evento organizzato in Cina, le due giovani donne si incontrano e, inaspettatamente, al posto di una rivalità, nasce un’attrazione anche sessuale. Charlotte e Lizzie decidono di ritagliarsi un po’ di tempo per viversi la loro storia nella campagna cinese, ma ben poco di ciò che viene mostrato è come sembra.
LA RECE
Mainstream ma non così banale. L'instabilità narrativa è sia stratagemma d'intrattenimento che specchio della frammentazione psicologica delle protagoniste invischiate in un legame e in una storia di trauma, privilegio e vendetta.
Furbo e ambizioso horror thriller che mette nel calderone di tutto un po’ e, contro ogni previsione, riesce a costruire un dramma in quattro parti di efficacissimo intrattenimento. Certo, non si tratta di un capolavoro, il distributore Netflix lascia intendere il target e, per sorprendere lo spettatore, si fa ricorso ad ogni stratagemma, anche i più disonesti a livelli di narrazione, ma l’idea è proprio quella di confondere le carte con diverse inversioni della storia e rewind forse non elegantissimi ma, anch’essi, funzionali. Non manca l’esaltazione della bellezza delle due protagoniste che, con tocco exploitation, vengono portate corpo a corpo, nude, contro le iniziali aspettative che facevano pensare ad una dinamica simile a il Cigno nero (2010). Ma anche questo amore saffico di sicuro stimolo per il pubblico maschile (e non) saprà sorprendere; così come non è ciò che pare la terribile parassitosi che sorprende Lizzie, la quale, poveretta, vomita vermi e si fa la cacca addosso sui mezzi pubblici in buono stile body horror. Da notare, oltretutto, e positivamente, che questo cinema queer 2.0 incorpora l'omosessualità non come soggetto centrale degli accadimenti ma come elemento integrante della sua struttura narrativa. Poi, tornati in terra patria, una storia che sembra d’invidia è, invece, ancora d’amore, con quel maestro di musica che è un vero schifoso, e questo era chiaro fin dall’inizio. Finale grandguignolesco e bizzarro che pone the Perfection in un universo tutto suo, avulso dal contesto come una fiaba nera di orchi e principesse raped & revengeful. Ma interessante la cifra portata dalla fittizia Accademia Bachoff, una "istituzione totale" dove isolamento, umiliazione rituale e ricompensa selettiva creano l'ambiente perfetto per lo sfruttamento, in sinistra risonanza con certi meccanismi dell'abuso praticato da certe istituzioni educative. Al di là di alcune notazioni "profonde", tutto è in larga parte funzionale a un meccanismo narrativo che sforza in diversi punti ma lo fa per tenere incollati allo schermo, e ci riesce più che sufficientemente. Le due prota-goniste sono incantevoli ma, forse, unico neo, è proprio la loro estetica il fattore più distraente e irreale. Il cinema commerciale, d’altronde, ha le sue esigenze. Ad ogni modo, the Perfection dovrebbe accontentare sia l’appassionato di horror della prima ora sia il mainstreamer pronto ad accettare qualche eccesso visivo. Popcorn-movie con una marcia in più.
TRIVIA
Richard Shepard (1965) dixit: “È difficile classificare i miei film e questo, in qualche modo, mi ferisce, poiché non sono facile da incasellare. Allo stesso tempo, amo questa cosa perché continua a sorprendere le persone e contemporaneamente, si spera, le persone che conoscono il mio lavoro, o a cui sono piaciuti i miei film in passato, saranno disposte a intraprendere un'avventura con me su una strada diversa” (slashfilm.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Richard Shepard
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
USA
2018
Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
