i Ragazzi della Roma violenta

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Voto:

Il film segue le gesta criminali di due gruppi di giovani uomini: Marco (Gino Milli) capeggia i pariolini neonazisti, mentre il gruppo dei popolari è guidato da Schizzo (Emilio Locurcio). Le idee sono diverse ma le tendenze antisociali sono le medesime e portano i giovani allo stupro e all'omicidio.

LA RECE

Il poco noto Savino tenta il film denuncia, con ricchi e poveri che cortocircuitano, ma lo costruisce come un exploitation con gente nuda e dialoghi demenziali. Dimenticatoio.

Exploitation di Savino che, con questo, concluse la sua breve carriera registica. L'idea sarebbe quella del film denuncia sull'onda dello sdegno seguito ai fatti del Circeo che videro ragazzi della Roma (non) bene sequestrare e seviziare due ragazze, una delle quali morì. L’idea base è mostrare che gente di diversa connotazione politica, ma pari estremismo, trova il comune denominatore in un atteggiamento delinquenziale; la cosa ha il suo perché anche oggi. Si aggiungano alcune riflessioni introdotte dalle capziose interviste mostrate a inizio film (saranno vere?) sui limiti della nostra macchina legislativa che, evidentemente, non ha compiuto grossi passi avanti rispetto al '76. Tutto molto interessante. Savino, però, ci costruisce sopra un pezzo di sensazionalismo trucidissimo con fessi delinquentelli di borgata, nazisti e comunisti, che sproloquiano e infarciscono ogni scena di una comicità involontaria. Buona parte dei dialoghi potrebbero essere quotati per la loro pessima scrittura ma anche per l'alto tasso di demenzialità. Alcune scene, come quella nel covo nazi-pariolino con la fustigazione e il sesso davanti agli astanti, è la rivisitazione in chiave moderna di situazione già proposte diverse volte nei naziploitation con la riduzione del dramma a un'occasione buona per mostrare pelami vari accompagnati da strimpellamenti al pianoforte. Il dramma della borghesia e del proletariato che, parlando di valori, riescono a perderli tutti, viene trattato, quindi, come un dramma porcone, proiettando i Ragazzi della Roma violenta nel limbo fra serie B e Z. Il pezzo della mamma che cede con facilità i soldi al figlio Marco suggerendogli di non gridare sennò si sente male ricorda il break "Pierpaolo a Rio" contenuto in Arrapaho (1984), per capirci. Altre facilonerie vedono i borghesi spreconi che danno il filetto al cane mentre il proletariato ha il piatto vuoto e va a caccia di polli arrosto con la fiocina in casa d'altri. Si poteva osare una maggior finezza, forse. L'unica scena tagliente è relativa allo stupro-omicidio con l'acquario (accompagnata da uno score musicale indecoroso), e l'unico personaggio simpatico di tutta la pellicola è Nerone ma, comunque, tutti sono democraticamente scarsi. Finale con una scritta pietosa. Film che non merita il recupero attribuito a molte pellicole del bis.

TRIVIA

⟡ L'intervistatore che si vede ad inizio film è Rino Bolognesi, noto doppiatore dei tempi.

⟡ Gino Milli, aka Luigi Miglietta, è zio della cantante Mietta.

Regista:

Renato Savino

Durata, fotografia

86', colore

Paese:

Italia

Anno

1976

Scritto da Exxagon nell'anno 2014 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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