Rubber Johnny

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Voto:

Una creatura (forse) umana dalla testa enorme è segregata in una stanza e tenuta perlopiù al buio in compagnia di un chihuahua.

LA RECE

Nella sua brevità allucinata,uno degli esperimenti più disturbanti e viscerali del cinema digitale contemporaneo. Disorientante più che orrorifico ed imperdibile per coloro che vanno in cerca di visioni esploranti esploranti i territori liminali della coscienza contemporanea.

Cortissimo ultrabizzarro e privo di una trama offertoci da Cunningham, artista emerso nel 1997 come regista del video musicale per Aphex Twins (Richard David James) del pezzo “Come to Daddy”, video inquietante esaltato da alcuni e bannato da altri. La tecnica del regista attirò importanti attenzioni e Cunningham, già stimato effettista (anche per Kubrick, per dirne uno), si trovò a realizzare altri video musicali tra i quali uno per Björk e, apice pop del suo lavoro, Frozen (2003) di Madonna. Con Rubber Johnny, Cunningham porta a sinistro compimento la sua dichiarata passione per il corpo umano e sperimentalismi assortiti perché di senso non ve n’è alcuno in Rubber Johnny che nasce dalla mente di Cunningham sollecitato dalle sensazioni scaturite dall’ascolto del pezzo “Afx 237 v.7” dell’amico Aphex. Parte del corto è un parossistico video della suddetta canzone intramezzata da immagini di deformazioni anatomiche digitali e/o protesiche. L’acceleratissimo montaggio ha obbligato Cunningham (anche nella parte di Johnny sulla sedia a rotelle) a sei mesi di video editing. Di questo lasso di tempo, la metà fu impiegato a montare tre soli minuti di film che poi, oltretutto, furono scartati; la parte obliterata avrebbe visto una versione femminile di Johnny aggirarsi per le strade ma, per realizzare pienamente questa sequenza, il creativo avrebbe avuto bisogno di un altro anno di lavoro. Quello che resta, e che possiamo vedere, è un incubo poco comprensibile che, fin dai primi secondi, fra visione infrarossa e immagini sfocate, mette i brividi, anche se la paura non è il vissuto principale di un esperimento filmico che a fatica può trovare un’etichetta di genere privilegiando il disorientamento percettivo rispetto al terrore. L’impatto di questa esperienza visiva, simile a nient’altro visto prima e inquietante più di tanta parte dei lungometraggi horror, è indubbiamente notevole. Che ogni singolo cercatore di stranezze video guardi Rubber Johnny e si faccia una sua personalissima idea.

TRIVIA

Christopher Cunningham (1970) dixit: “Amo l'anatomia. Amo la forma umana, l'ho sempre amata. Per questo ho iniziato a dipingere e a scolpire, per questo ho iniziato a fare protesi, per questo ho iniziato a fare film sui corpi. Ma l'unica cosa che non ero riuscito a incorporare era il suono ed era la cosa che amavo di più fra tutte” (IMDb.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Chris Cunningham

Durata, fotografia

6', colore

Paese:

UK

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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