Sorum

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Voto:

Il taxista Yong-hyun (Myeong-min Kim) trasloca in un appartamento fatiscente, di uno stabile fatiscente, in cui un giovane scrittore era bruciato vivo. Sullo stesso piano vive Sun-yeong (lin-Young Jang), una donna strana sposata ad un marito violento. Il taxista e la donna iniziano una relazione che si farà vincolante quando Sun si presenta alla porta dicendo che il marito è morto dopo una lite. Yong aiuta Sun a sbarazzarsi del cadavere ma strani segreti iniziano progressivamente ad emergere.

LA RECE

Un condominio fatiscente in metafora dell'alienazione urbana; le vite immobili e condannate di chi lo abita. L'horror soprannaturale diventa orrore profondamente umano. Forse è un film da 8 e merita una seconda visione, tuttavia non è qual genere di film che ti viene voglia di rivedere. Questo, a mio avviso, è un limite grosso.

Il cinema sud coreano si diffonde e, fra sottintesi freudiani e coincidenze del destino, le pellicole di laggiù si fanno onore sia per stile sia per idee. In Sorum, il cui titolo significa "pelle d'oca", di paura, però, non ce n'è molta e, a dire il vero, è anche difficile definirlo un horror, in quanto si tratta più di un dramma umano: se orrore c'è, si tratta di quello vissuto da due individui condannati da uno strano destino. Sorum è un film di fantasmi senza fantasmi, è una storia che si svolge in uno stabile tetro che ha un impianto elettrico malfunzionante che riesce a mettere i brividi senza mostrare mai nulla di davvero spaventevole. Al posto di sfruttare quelli che ormai sono riconosciuti come cliché dell'horror orientale, capelli neri lunghi e via dicendo, il regista e soggettista Jong-chan Yun fa leva sulla caratterizzazione dei personaggi e sullo scavo psicologico, cosa che non ha giovato al successo della pellicola fra il mainstream nonostante i riconoscimenti della critica. La pellicola di Yun fa parte di quella corrente cinematografica influenzata dalla crisi economica che ha investito la Corea a partire dagli anni '80: molto horror coreano ha proiettato le ansie ad essa associate in forma spettrale, un altro tipo di cinema coreano ha fatto semplice denuncia sociale, Sorum sta nel mezzo. Qualcosa di soprannaturale è presente ma questo elemento è inserito in una cornice sociale di povertà; la maledizione viene direttamente dalla natura degli uomini e da ciò che sono capaci di fare. I due protagonisti sono condannati in partenza senza che lo sappiano, anzi, qualsiasi personaggio del film è condannato a sperare in qualcosa che non potrà raggiungere. Sorum è un film fondamentalmente triste e lento, così come sono lente e quasi immobili le vite dei personaggi che lo abitano. Le performance sono molto buone e la scena del "litigio" in camera fra i protagonisti, un piano sequenza molto lungo, è davvero magistrale. Se difetti vanno trovati, questi possono essere rintracciati nella durata della pellicola, la cui prima ora risulta un po' noiosa; inoltre, la lingua coreana si presta con qualche difficoltà all'interpretazione drammatica poiché, almeno all'orecchio occidentale, può suonare come una sorta di dialetto nipponico strascicato e molto enfatico. Aspettatevi un finale spiazzante che, per alcuni, vorrà dire deludente o insensato. Film non per tutti e con riserve, ma non vacuo.

TRIVIA

⟡ L'attrice Jang Jin-young, nata il 14 giugno 1974. è deceduta il primo settembre 2009 a causa di un cancro allo stomaco. Aveva solo 35 anni.

Titolo originale

Id.

Regista:

Jong-chan Yun

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

Corea del Sud

Anno

2001

Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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