Sputnik - Terrore dallo spazio
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Voto:
1983. L'URSS è nel pieno della corsa per l'esplorazione spaziale ma qualcosa va male. Il modulo spaziale che ospitava due astronauti in viaggio orbitale rientra ma, dei due astronauti, uno muore e l'altro, Konstantin Veshnyakov (Pyotr Fyodorov), alloggia una creatura aliena nel proprio corpo che gli esce dalla bocca una volta al giorno. I militari ingaggiano la scalciante neuropsicologa Tatyana Klimova (Oksana Akinshina) per comprendere la relazione simbiotica fra l'alieno e Veshnyakov. All'apparenza, Sputnik pare un classico della fantascienza in odore di Alien (1979) ma senza sequenza chest-bursting; invece, il lavoro di Abramenko diventa una scusa ben fotografata per parlare dei militarismi e dei nazionalismi di una Russia che, così, non c'è più. Forse. Il triangolo fra la cazzuta protagonista, il tormentato astronauta e il colonnello Semiradov (Fedor Bondarchuk) non l'avevo considerato; tuttavia, soprattutto quest'ultimo, si fa personaggio sfaccettato in bilico fra umanità e statalismo più cinico. Interessanti le dinamiche di una donna non madre che si innamora di un uomo che "partorisce" una parte di sé mostruosa la quale, oltretutto, è una metaforica rappresentazione-punizione per il figlio abbandonato in orfanotrofio. La bella e la bestia incontra Freud in the sky with diamons. Effetti speciali di prima qualità, psicologia dei personaggi ben ritratta, dialoghi didascalici per non sbagliarsi, sangue ma non troppo. Non è il fantahorror della svolta ma, almeno, in Russia ci si prova. Noi, che si fa? Sempre pseudo-neorealismo con gente che sussurra e biascica? Anche oggi ci sentiamo abbastanza impegnati e intelligenti? A posto così?

Titolo originale
Sputnik
Regista:
Egor Abramenko
Durata, fotografia
113', colore
Paese:
Russia
2020
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0