Storia di un fantasma
Voto:
C. (Casey Affleck), sensibile musicista, ha un trascendentale legame con la casetta nella quale è andato a vivere con M. (Rooney Mara), la quale, invece, vorrebbe cambiare dimora, avvertendo forse il dramma a venire. Di lì a poco, C. morirà in un incidente stradale e tornerà a casa come fantasma non visibile per stare a fianco della disperata moglie che, col tempo, riuscirà a farsi una ragione della perdita. Per C., tuttavia, il tempo si è fermato o, forse, lui è sempre stato fermo, e il tempo, tutto intorno, si è mosso.
LA RECE
Piccola gemma filmica bizzarra, triste, silenziosa, lentissima e splendida. Non per tutti, ed è un peccato ma, forse, non è che dobbiamo sempre piacere a tutti. Affinità elettive e massimi sistemi. E, poi, il sempiterno amore divorato dal tempo. Di più non so.
Amore a prima vista. Affinità elettive e cose viscerali molto poco "critiche" che mi legano ad alcune pellicole e poco ad altre, anche se riconosciute come capolavori; sarà per quell'amore contenuto nell'etimo della parola cinefilo, e l'amore ha le sue ragioni che la ragione non può comprendere (cit.). Il regista Lowey, come si fa di solito per sovvenzionare il cinema autoriale, racimola i proventi ottenuti con il commerciale il Drago invisibile (2016) girato per la Disney e richiama all'appello Casey Affleck e Rooney Mara che aveva già diretto in Senza santi in paradiso (2013). Il soggetto, sviluppato dallo stesso regista, emerge da due vettori. Il primo fu la lettura dell'articolo "The Really Big One" di Kathryn Schulz apparso nel 2015 New Yorker che trattava di un potenziale disastro naturale capace di distruggere l'umanità, tema poi trattato nel film per voce dell'hipster filosofo. Il secondo elemento d'ispirazione furono le discussioni del regista avute con la moglie quando lui non voleva trasferirsi dal Texas a Los Angeles. Nasce, così, il bizzarro, triste, silenzioso, lentissimo e splendido Storia di una fantasma, il cui titolo potrebbe portare fuori strada coloro che si attendono uno spooky fest e che, invece, si troveranno a seguire il dolore di Casey Affleck con indosso un lenzuolo bianco e gli occhi neri ritagliati nel tessuto; il dolore suo ma comune (i protagonisti senza nome valgono per tutti) relativo alla perdita, all'importanza della speranza, al legame che abbiamo con posti e persone, tutte cose disperatamente distrutte dal tempo e poi, dallo stesso, ricostruite per altre persone. Straniante e forse irritante per le sue lentezze, per i silenzi, per i lunghi piano sequenza, Storia di un fantasma è, d'altra parte, perfetto in questa sua rappresentazione umbratile e sonnacchiosa che viene interrotta, forse gratuitamente, da una sezione troppo didascalica nella quale un uomo spiega il dramma di un universo, il nostro, destinato all'annichilimento; quindi, la sostanziale inutilità dei nostri sforzi di produrre cose immortali. Il direttore della fotografia Andrew Droz Palermo forza la visione alla prospettiva 1.33:1, nota come "Academy aperture", un'immagine quadrata caduta in disuso dagli anni '5O che ci forza a una visione "spiata" e simile a un vecchio girato domestico. In tutti quei silenzi e quelle lentezze, il film straborda per tematiche, troppe forse, per essere svolte con profondità in una sola ora e mezza: una storia d'amore, alcuni cenni di fantascienza connessa al viaggio nel tempo e alla circolarità di quest'ultimo, la caducità di ogni cosa, la rabbia per una natura che non rende poi quel che ha promesso allor (cit.2), e la vita dopo la morte. In mezzo a tanti pensieri, la poesia di alcune semplici immagini e la grande tenerezza di un fantasma che resta in attesa come un cane dietro la finestra, di una donna che ascolta la canzone d'amore scritta per lei da un uomo che non c'è più, e quel maledetto biglietto nascosto nell'intercapedine della porta con vergato sopra tutto il senso dell'esistenza. Storia di un fantasma è un film che, per tematiche, riguarda tutti, e da tutti dovrebbe essere visto, anche solo come esempio di buon cinema realizzato con poco. Tuttavia, la pellicola di Lowery è troppo ostica per stile e contenuti, per poter sperare che il mainstream ci possa inciampare in mezzo e, se anche avvenisse, demorderebbe dopo pochi minuti. Lento, intellettuale, weird, autoriale, triste, tristissimo. Ok, ma per me è un piccolo capolavoro.
TRIVIA
David Lowery (1980) dixit: "L'idea base è venuta da un trasloco che ho fatto dal Texas a Los Angeles, e dalla casa che avevo lasciato, a cui mi ero incredibilmente affezionato, anche se era solo una vecchia fattoria malandata che stavamo affittando. È stata la prima casa in cui io e mia moglie abbiamo vissuto dopo il matrimonio. Nel bene e nel male ci avevo messo molte radici, emotive e di altro tipo [...] Ero davvero sconvolto e mi si spezzava il cuore a lasciarla, e non sapevo bene perché, a livello pragmatico non aveva senso restare lì. Avevo suggerito di continuare a pagare l'affitto, così avremmo avuto un posto dove tornare, ma questo non aveva alcun senso" (interviewmagazine.com).
⟡ La scena della mangiata bulimica della torta dura 4 minuti senza stacchi dal momento in cui M. si siede a quando si alza di colpo per vomitare. Dato che l'attrice era un po' viziata a livello alimentare, furono preparate diverse torte per andare incontro ai gusti della donna che aveva chiesto un dolce a ridotto contenuto di zuccheri, privo di glutine e con cioccolato vegano. Il regista ha riferito che la torta finale era deliziosa mentre Rooney Mara non gradì affatto.
⟡ Il film si apre con un testo dal racconto "A Haunted House" di Virginia Woolf. Lo stesso racconto riappare nel film quando un libro cade sul pavimento e M. si ferma a leggerlo.
⟡ In una scena, Yasmina, la bambina latinoamericana, suona qualche nota de "L'Inno alla Gioia" di Beethoven che poi diverrà l'argomento centrale del discorso del Pronosticatore durante la festa in casa.
⟡ Il fantasma vicino di casa che aspetta qualcosa che neanche ricorda era impersonato dal regista.
⟡ Il regista aveva pianificato di usare una delle canzoni della cantautrice Kesha per la scena della festa. Quando Kesha venne contattata per chiederle i permessi di utilizzo, non solo essi furono concessi ma la cantante stessa volle partecipare come comparsa nella scena del party.
⟡ Per la sequenza nella quale M. scrive il messaggio poi infilato nell'intercapedine della porta, il regista le disse di scrivere davvero qualcosa che per lei avesse un senso profondo e non riferire a nessuno cosa avesse scritto. Il foglietto di carta rimase lì dov'era stato conficcato fino alla scena della demolizione della casa. L'attrice dice di aver dimenticato cosa avesse scritto.
Titolo originale
A Ghost Story
Regista:
David Lowery
Durata, fotografia
92', colore
Paese:
USA
2017
Scritto da Exxagon nell'anno 2020 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
