Story of Ricky
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Voto:
2001. II giovane Riki-Ho Saiga (Siu-Wong Fan), dopo aver ucciso un trafficante di droga che aveva fatto morire la sua ragazza, finisce in un carcere di massima sicurezza. Qui, Ricky dovrà vedersela sia con le guardie, sia con i galeotti che gli vogliono fare la pelle ma il giovane conosce una tecnica di respirazione che lo rende imbattibile nelle arti marziali.
LA RECE
Dramma carcerario con bollo Cat III, quindi iperviolento, ipercinetico, ultragore. A sapere cosa si sta per guardare, il tutto risulta in uno spasso. Decisamente non per tutti ma l'iperviolenza, qui, è condita da assurdità e umorismo dark che fanno dimenticare l'inettitudine tecnica. Gode di un certo meritato culto.
Basato sul manga "Riki-Ho" (1988) di Tetsuya Saruwatari e Takajo Masuhiko, Story of Ricky fu il primo film di Hong Kong a beccarsi il bollo Cat III per la violenza esibita e non, come in genere accadeva, per il sesso. In effetti, la violenza del film e la quantità di sangue mostrato sono tali da sfondare il muro dell'eccesso. Lungi dall'essere un difetto, questa pellicola hongkonghese è un concentrato di spassosissime sequenze che mischiano arti marziali, iper-violenza, dialoghi e recitazione trash; soprattutto il protagonista risulta davvero scarso ogni volta che tenta di abbozzare un'espressione che non sia muscolare. Si parla volutamente di sequenze, in quanto il film non ha un plot particolarmente strutturato: si tratta, in pratica, del susseguirsi di scontri fra galeotti e carcerieri fino alla prevedibile resa dei conti fra Ricky e un final boss, il direttore del carcere che si rivelerà essere un osso mostruosamente duro. Diversi i combattimenti che, per un motivo assurdo o per un altro, risultano memorabili: Ricky che si lega i tendini di un braccio con i denti; Ricky che viene strangolato dall'avversario con gli intestini di quello; Ricky che viene seppellito ma poi riemerge dalla terra più forte di prima; Ricky che deorbita un bulbo oculare a un uomo tirandogli una scoppola sulla nuca. La violenza over the top di tipo cartoonesco e slapstick può essere spassosa solo se si ha ben chiaro cosa si stia vedendo e si trascuri l'inverosimiglianza del tutto, a partire da un carcere di massima sicurezza ricavato aggiungendo qualche sbarra a una scuola. Il tema del protagonista che si oppone ad un sistema carcerario corrotto e violento non è cosa nuova e, volendo forzare la mano, si potrebbe accomunare Story of Ricky a pellicole quali Sorvegliato speciale (1989), di poco precedente; ad ogni modo, questo film di Lam è estremamente distante dalla cura realizzativa dei consimili, privo com'è, oltre al resto, di scavo psicologico e di temi che siano estranei al puro intrattenimento. Nondimeno, Story of Ricky è uno spasso, compresi gli SFX non esaltanti e l'inettitudine generale dell'operazione, entrambi elementi che rendono più digeribili le frattaglie mostrate. Insomma, un "tour de farce" di violenza, sangue e brutture che sicuramente esalteranno il gore hound e divertiranno l'appassionato di cinema bis.
TRIVIA
⟡ Esiste un film d'animazione intitolato Riki-Oh 2: child of destruction (1990) anch'esso riduzione del manga ma non seguito di questo film del '91.
⟡ Nella scena finale del tritacarne, il sangue finto usato fu così tanto che Siu-Wong Fan non riuscì a togliersi dalla pelle il colore rosso per tre giorni.
⟡ La Banda dei Quattro di cui si parla nel film è un riferimento a un omonimo gruppo esistito in Cina fra gli anni '60 e '70. I membri furono Jiang Qin, quarta moglie di Mao Zedong anche nota come Madame Mao, Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen. I quattro, accusati di attività sovversiva contro il partito comunista, vennero condannati a morte, sentenza poi commutata in ergastolo. Malata di cancro alla gola, Madame Mao si suiciderà, impiccandosi, nel 1991.
Titolo originale
Lik Wong
Regista:
Ngai Choi Lam
Durata, fotografia
91', colore
Paese:
Hong Kong, Giappone
1991
Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
