una Tomba per le lucciole

Voto:

Giappone, 1945, sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Il piccolo Seita sta morendo di fame in una stazione ferroviaria. In un flashback, il bambino rivive l’ultimo periodo della sua drammatica esistenza condivisa in solitudine con la sorellina Setsuko, impegnati a sopravvivere agli stenti dopo aver perso la madre nei bombardamenti.

LA RECE

Cultissimo non solo mio ma di tutti coloro che hanno avuto modo di vedere uno dei migliori film mai fatti che, tuttavia, difficilmente avrete voglia di vedere una seconda volta. Struggente è un eufemismo per questo lavoro di Isao Takahata. Un'esperienza emotiva indimenticabile che ribadisce l'inumanità della guerra.

Capolavoro d’animazione nipponica ispirato alla novella "Hotaru no Haka" (1967) scritta da Akiyuki Nosaka (1930-2015), il quale, durante la Seconda Guerra Mondiale, perse la sorellina per malnutrizione. Film di una drammaticità rara in senso assoluto ma ancor più rara da trovare in un lungometraggio animato; in effetti, così prostrante da essere considerato inadatto a un pubblico inferiore all’età adolescenziale. Osannato dal famoso critico Roger Ebert e ritenuto uno dei “1001 film che devi vedere prima di morire” da Steven Schneider, una Tomba per le lucciole, o Grave of the fireflies com’è noto internazionalmente, scuote il cuore dello spettatore mettendo in forma di disegno temi, immagini e parole che, di solito, non ci aspettiamo di trovare in un film di animazione, sorpassando di gran lunga anche parecchie pellicole recitate che hanno trattato l'argomento guerra. Curiosamente, il regista Takahata ha negato più volte che questo film sia antimilitarista o un dramma bellico ma, piuttosto, nelle sue intenzioni vi era la volontà di raccontare una storia per la quale la disgraziata sorte dei due giovanissimi protagonisti sottolineasse l’isolamento sociale e sollecitasse, nei ventenni, positivi sentimenti di empatia. Curiosa la storia distributiva. La casa di produzione aveva progettato di far uscire il film in double-bill con il Mio vicino Totoro (1988) sul quale la Ghibli puntava molto; sperava che associarlo a un prodotto con potenzialità educative avrebbe permesso al secondo di essere incluso nella lista di pellicole che le scuole avrebbero consigliato agli studenti. Tuttavia, una Tomba per le lucciole, migliore del film compagno, venne perlopiù snobbato perché il pubblico, divertito da Totoro, non aveva voglia di essere abbattuto emotivamente dall'altra pellicola. Al di là delle evidenti asprezze della guerra, con i suoi bombardamenti che fanno delle case giapponesi un immane falò, la storia ci immerge nell'enorme dramma dei piccoli protagonisti emarginati da una società che deve pensare a salvarsi la vita. Si spera disperatamente che Seita e Stesuko possano farcela, possano arrabattarsi con quel poco finché le cose non andranno meglio, ma l’incipit del film non lascia dubbi circa il fatto che si stia per assistere a un orribile epilogo che strazia per il senso di colpa che deve aver vissuto lo scrittore Nosaka, anche se colpe non ne aveva. Nonostante il profondo impatto emotivo che il racconto può avere sullo spettatore, una Tomba per le lucciole non cade mai nella melodrammaticità ma, anzi, il suo taglio quasi neorealista inframezza momenti dolorosi con sequenze di dolce poeticità, cose piccole, come il candido stupore della bimba che prepara polpettine con il fango o che si sbalordisce perché il fratello gioca in acqua con le bolle d’aria. In questi angoli di lirismo, ci si accorge che, guardando una Tomba per le lucciole, si sta assistendo a qualcosa di davvero speciale, non a torto paragonato dal critico Ernest Rister a Schindler’s list (1993) per la sua portata drammatica e per il profondo senso di (in)umanità che ne emerge. Il film di Takahata è un’esperienza artistica ed emotiva che ogni persona che si definisce cinefila dovrebbe regalarsi almeno una volta nella vita; almeno una, anche perché non è improbabile che, poi, si voglia evitare di rivedere il film, dato il peso emotivo della visione. Da guardare, se possibile, in lingua originale con i sottotitoli, poiché la tenerezza nella voce giapponese, soprattutto quella della piccola Setsuko, è impareggiabile. Se esiste una categoria di film che merita un voto massimo sia per la cura realizzativa, sia per ciò che lascia nell’animo dello spettatore, una Tomba per le lucciole vi appartiene di diritto.

TRIVIA

Isao Takahata (1935-2018) dixit: “Con i progressi del 3D, l'animazione va sempre più verso immagini in stile live-action. Eppure, invece di disegnare in ogni dettaglio e di rappresentare qualcosa come se fosse reale, quando il pennello viene usato con parsimonia per dare un'impressione di realtà, i disegni hanno il grande potere di stimolare l’immaginazione e la memoria dello spettatore. Ho scelto questo stile perché non volevo che la gente lo dimenticasse. Le linee tracciate non sono solo i contorni delle cose reali ma, piuttosto, modi per catturare istantaneamente l'espressione di quelle cose” (denofgeek.com).

⟡ Il regista è ritratto nei panni del paziente che entra per vedere il dottore dopo Setsuko.

⟡ In Corea del Sud, l’uscita del film fu continuamente procrastinata per timore che la storia giustificasse, in qualche modo, il ruolo del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale.

⟡ Nel 2005, il canale televisivo giapponese NTV produsse un film direct-to-video, tratto dal cartone, per celebrare il sessantennale della fine della guerra. La trama è ancora centrata sulla sorte dei due fratelli, però, questa volta, dal punto di vista della zia interpretata dalla star giapponese Nanako Matsushima. Per dare maggiore spazio all'attrice, la pellicola si concentra sulla descrizione delle difficoltà in tempo di guerra che trasformano una donna gentile in una persona senza cuore.

⟡ Le caramelle di frutta che mangia Setsuko erano prodotte dalla Sakuma Confectionary Company fondata nel 1949, quattro anni prima degli eventi narrati nel film. Qualche anno fa, la Sakuma mise sul mercato delle scatole metalliche per caramelle simili a quelle visibili nel film; alcune di esse avevano impressa anche un’immagine di Setsuko.

⟡ Questo è l’unico film della Ghibili a non rientrare nel Patto Disney-Tokuma: quest’ultimo, siglato fra la compagnia americana e la Tokuma Publishing nel 1996, garantisce che i prodotti della società orientale vangano distribuiti in USA dalla Disney. Una Tomba per le lucciole non rientra in questo patto perché la Tokuma non ne detiene i diritti; si tratta, infatti, di un prodotto della Shinchosha distribuito all’estero grazie alla Central Park Media.

⟡ La maggior parte dei contorni dei disegni fu realizzata in marrone e non nel canonico nero che fu invece usato solo se strettamente necessario; non era mai stato fatto prima in ambito d’animazione. Si scelse questa soluzione per dare al cartone un aspetto maggiormente morbido, anche se le difficoltà tecniche non furono poche, dato che il marrone, come prevedibile, contrasta molto meno cromaticamente.

⟡ Il padre di Seita è capitano nella Marina Imperiale Giapponese imbarcato sul Maya, un incrociatore pesante classe Takao che partecipò a diversi scontri navali nella Seconda Guerra Mondiale. Il 23 ottobre 1944, durante la battaglia nel golfo di Leyte, il Maya fu colpita da un siluro sganciato da un sottomarino statunitense: la nave affondò trascinando sul fondo 479 uomini incluso il capitano. Il nome dell’incrociatore deriva dal Monte Maya che si trova presso Kobe, città nella quale si svolge il racconto.

Titolo originale

Hotaru No Haka

Regista:

Isao Takahata

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

Giappone

Anno

1988

Scritto da Exxagon nell'anno 2004 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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