i Vizi morbosi di una giovane infermiera

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La criminalità dilaga ma il dottor Sender (Jean Sorel) ha la soluzione: elettroshock e terapia ricondizionante. Ai molti delitti si vanno ad aggiungere quelli di un killer che, con un bisturi, colpisce i criminali in cura. Che la bella infermiera Ana (Sue Lyon) c'entri qualcosa?

LA RECE

Tentativo di rielaborare Kubrick ma senza rielaboralo davvero, dipingendo una società distopica violenta nei correggere i violenti. Poi c'è anche Lolita e 2001. La distribuzione italiana sigilla la bara con un titolo del cacchio e tagli di censura compiuti su un film che già di suo aveva poco nerbo.

Balordissimo titolo dell'ineffabile distribuzione italiana (ma anche l'originale non scherza) per un film che nulla ha a che fare con le pecorecce commedie de noantri ma neppure c'entra del tutto con il thriller o il giallo all'italiana, anche se il mix di concetti espressi tenta di andare a parare nei vari ambiti cinematografici più in voga ai tempi. De la Iglesias, infatti, tenta l'intentabile scimmiottando il Kubrick di Arancia meccanica (1971) e dipinge una società che corregge gli elementi antisociali violenti con metodi altrettanto cruenti. In parallelo, la storia dell'infermiera Ana interpretata dalla Lyon che nel ‘62 fu la Lolita di Kubrick; non per nulla, nel film si vede la donna che legge il libro di Nabokov in un club in cui giovani ragazze vengono adescate. Il regista non si ferma qui, rielabora la scena dell'irruzione dei giovani criminali nella casa borghese, aggiungendo un inserto che recupera il finale di 2001: Odissea nello spazio (1968). Escludendo la chiusa con bagno di sangue, finale tagliato nella versione italiana, i Vizi morbosi di una giovane infermiera non si distingue per altri elementi se non per una performance attoriale discreta. De La Iglesias, insomma, dice la sua sulla distopia, ma lo dice con riferimenti kubrickiani nemmeno troppo rielaborati e, come prevedibile, nel confronto ci perde. Interessante, piuttosto, il modo in cui la nostra distribuzione ha purgato la pellicola, togliendo forza a un film già di suo poco vigoroso. Prodotto di nicchia che rimarrà tale.

TRIVIA

Eloy Germán de la Iglesia Diégue (1944-2006) dixit: "Parlo del mondo di cui la maggior parte dei cineasti non si preoccupa di parlare, il mondo ai margini. Io sono un cineasta poco opportunista. Sono quello che vuole sempre fare i film che non dovrebbero essere fatti. Sono io quello interessato ai temi di cui tutti gli altri hanno accettato di non parlare” (en.wikipedia.org).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Una Gota De Sangre Para Morir Amando

Regista:

Eloy de la Iglesia

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

Spagna, Francia

Anno

1973

Scritto da Exxagon nell'anno 2014 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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