Il Vizio ha le calze nere

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Voto:

Un killer uccide con particolare violenza alcune giovani donne in una città di provincia. L'ispettore Lavina (John Richardson) indaga con l'aiuto del fido Pantò (Gaetano Cimarosa). Le indagini portano alla bisessuale Leonora (Dagmar Lassander).

LA RECE

Canonico giallo all'italiana, e anche un po' di meno, che funziona solo per la presenza comica di Tano Cimarosa. Come altri gialli dell'epoca, mescola omicidi, belle donne uccise e telefonate minacciose senza particolare originalità.

Il Tano-movie per eccellenza, diretto e prodotto da Cimarosa, anche se si dice che la maggior parte dei soldi ce li avesse messi il suo commercialista. È il Tano-movie per eccellenza anche perché l'unica cosa davvero decente del film è la presenza del Tano di cui sopra e gli inserti comici che riprendono il suo lavoro di caratterista. La cosa partì maluccio perché l’idea era produrre un film-dedica alla sua città natale ma le autorità di Messina non concessero i permessi; quindi, si ripiegò su San Benedetto del Tronto. Nei panni del brigadiere Pantò, che parla in siculo e si spaventa per la propria immagine riflessa allo specchio, Cimarosa ruba la scena a un cast non pessimo che, se non del tutto sprecato, è comunque assolutamente spaesato. Interessante la presenza di Ninetto Davoli in linea con il tono del brigadiere Pantò: Davoli fa il criminale coatto che parla in romanesco, cioè il suo ruolo di una vita. Il film in sé è un canonicissimo giallo all'italiana prodotto quando il genere andava per la maggiore. Diretto non troppo bene e con una fotografia spesso sottoesposta, il Vizio ha le calze nere non si discosta per nulla da i cliché: c'è il killer, le belle donne uccise, le telefonate minacciose, il sesso saffico e un movente connesso alla patologia mentale; c'è pure un sub-plot relativo alla droga che, però, si perde nel percorso. La prima prova registico di Cimarosa, che si cimentò con soli altri due film (No alla violenza, 1977; Uomini di parola, 1981), delude anche perché, a ravanare, si viene a sapere che molta della regia fu affidata a Gianni Siragusa, segnalato nei credits come assistente di Tano; alla fin fine non possiamo neanche dire che sia il Tano-movie per eccellenza. Noiosetto per coloro che non amano spassionatamente il cinema bis; chi ama Tano da morire, invece, potrebbe essere travolto dal fascino del pauperismo.

TRIVIA

Gaetano “Tano” Cisco “Cimarosa” (1922-2008) dixit: “Io vengo dal teatro, io sento tutti i personaggi, infatti al cinema ho fatto tutto, tutto, tutto: dal comico al tragico, dal tragico al drammatico. Al cinema ho fatto tutto. Siccome vengo dal teatro e il mestiere dell’attore è quello di fare l’attore, interpretare i personaggi che gli affidano… io c’ho un difetto brutto, non so se è un pregio… di entrare nel personaggio. Se mi chiami Cimarosa non ti rispondo perché sono nel personaggio” (YouTube).

⟡ Nessun dato, per ora.

Regista:

Gaetano "Tano" Cimarosa

Durata, fotografia

92', colore

Paese:

Italia

Anno

1975

Scritto da Exxagon nell'anno 2008 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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