Whole
-
Voto:
Film documentaristico
LA RECE
Doc su un argomento curioso che può decisamente essere d'interesse per coloro che studiano o si interessano alla psicologia. Stilisticamente poco vivace ma questo, almeno, evita una drammatizzazione manipolativa di un tema che si potrebbe prestare alla cosa.
Documentario asciutto e onesto sul raro e poco noto quadro psicologico noto come BIID, Body Integrity Identity Disorder, traducibile come Disturbo d'Identità dell'Integrità Corporea. Come un transessuale sente di appartenere a un sesso che non corrisponde al suo genotipo, allo stesso modo, chi soffre di BIID, sente che la sua vera natura è quella di amputato e che il corpo nel quale vive non è del tutto giusto e andrebbe corretto, amputandolo di una parte. Siccome la psichiatria non ha ancora riconosciuto ufficialmente il disturbo, e dato che all'eliminazione di un arto sano si frappongono motivazioni etico-deontologiche, la vita dei soggetti con questo quadro psicologico non è particolarmente facile, infatti passano il tempo a truccare le fotografie (chirurgia digitale) togliendosi graficamente le gambe o le braccia per potersi vedere come si percepiscono mentalmente. In maniera ancor più bizzarra, queste persone possono girare per casa con una gamba legata e le stampelle o comprare sedie a rotelle o, ancora, acquistare strumenti che, nascondendo meccanicamente gli arti, simulano l’amputazione. Fa abbastanza impressione pensare che possiamo aver incrociato per la strada una persona in sedia a rotelle che di quella sedia, in effetti, avesse bisogno psicologicamente ma non fisicamente. Lo sguardo della Gilbert, qui al suo primo documentario, è rispettoso e serio per un argomento così al limite, surreale e facile allo scherno. Lo stile documentaristico è forse un po' freddo e grossolano, non troppo differente da ciò che capiterebbe di vedere in un approfondimento giornalistico televisivo ma, forse, il limite giova all'argomento. La regista realizza le proprie interviste in USA, Inghilterra e Olanda dove scopre che c'è chi è arrivato a spararsi nella gamba per ottenere una "facile" amputazione o chi usa il ghiaccio per assiderarsi un arto; si tratta di persone che, per il resto, sono, come si suole dire, perfettamente normali e integrate. Un argomento che non ha ancora ricevuto un’ampia eco mediatica. Per curiosi e psicologi. A questo proposito, mi permetto di segnalarvi la video-intervista che feci anni fa un una persona con queste caratteristiche nell'ambito della mia professione; per chi volesse approfondire... (link).
TRIVIA
Melody Gilbert dixit: “Faccio ancora documentari. Perché li realizzo? La realtà è molto più interessante di qualsiasi cosa si possa inventare. Ci sono così tante storie affascinanti da raccontare e mi sento onorata che alcune persone molto interessanti si fidino di me per raccontare le loro storie. Non posso non fare film. Impazzirei se non li facessi” (indiewire.com).
⟡ Della stessa regista si consigliano i seguenti documentari: a Life without pain (2005) in cui si segue la vita di tre bambine di tre, sette e dieci anni che soffrono di una congenita insensibilità al dolore; Disconnected: a documentary (2008) vede tre liceali che rinunciano, per un certo lasso di tempo, ai computer e agli smartphone, ovvero al mondo social, per capire quanto la loro vita sia dipendente da essi; the Summer help (2016) in cui si visita la vita di alcune ragazze dell’Est che, al loro paese, sono brillanti studentesse, con un potenziale futuro da professioniste qualificate, mentre, arrivate negli Stati Uniti, si adattano a fare le badanti.
Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Melody Gilbert
Durata, fotografia
55', colore
Paese:
USA, UK
2003
Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
