the Wolfpack

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Voto:

Gran Premio della Giuria al Sundance del 2015. Documentario sulla famiglia Angulo o, meglio, sui sei fratelli che, non si capisce esattamente come sia possibile, sono stati chiusi in casa fino alla maggior età perché il padre è sostanzialmente un paranoide spaventato dal mondo là fuori, e la madre una dipendente patologica che si è presa il brevetto per fare la maestra a casa. Come dico sempre, in amore non ti serve cercare una persona totalmente sana di mente, che tanto non c'è, ma una persona che abbia una follia compatibile con la tua. I ragazzi, con nomi da indiani e capelli pure, imparano la vita dai film e li riattualizzano fra le pareti domestiche, costruendosi armi di cartone e imparando le battute a memoria e in modo ossessivo. Una desolazione psicosociale mica da ridere filmata dalla Moselle con rispetto e, oltretutto, senza la volontà di sottolineare la grave patologia genitoriale a monte di tutto ciò. The Wolfpack, d’altronde, punta più sul processo di scoperta che porta i lupacchiotti a uscire progressivamente dalla tana per scoprire un mondo che sembra loro un film in 3D. Grezzo nella realizzazione, non diversamente dagli ambienti ripresi, e non privo di quadretti ripetuti, ma la storia arriva più sconvolgente di un horror splatter. Quasi irreale e davvero inquietante il fatto che, in seno alle modernissime città, si nascondano sacche di assurdo, e la famiglia, alpha e omega del tessuto sociale, si rivela nido della più pericolosa psicopatologia.


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Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di buon livello

Titolo originale

Id.

Regista:

Crystal Moselle

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

USA

Anno

2015

Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0