Zombie Christ

Voto:

Un druido fa risorgere lo scheletro di Cristo zombizzato che, per riacquistare la sua forma fisica, fa sesso e assorbe l’anima di alcune donne. Mary (Jessica Alexandra Green), diretta discendente di Maria Maddalena, è la prossima vittima votata a dar vita al Nuovo Ordine di un Cristo squinternato. Michael (Michael Grimsley) la mette sull’avviso.

LA RECE

Serie ultra-Z con base narrativa blasfema per colpire il pubblico ma, nel concreto, tutto si riduce ad un erotic-horror con delle belle ragazzotte americane. Zebub parte dal basso e struttura, negli anni, il suo piccolo impero di produzioni sgangherate e trash; una sorta di novello Lloyd Kaufman ma con meno talento ed una pennellata di satanismo.

Chiaro che a scrivere recensioni di film bizzarri e dovendo rimpolpare la lettera Z, sempre orfanella di titoli, alla fine si va a sbattere il muso. Bill Zebub (vero nome non pervenuto), con sede in New Jersey, fonda la rivista metal “The Grimoire of Exalted Deeds” e s’improvvisa regista di bruttissime cavalcate trash, tra l’altro di una durata insopportabile, con pivot lo splatter, la musica metal e tante ragazzotte che si mostrano come mamma le ha fatte. Dopo Jesus Christ: serial rapist (2004), Zebub ha ancora qualcosa da dire, e malissimo, sul Gesù blasfemo che se ne va in giro in forma ossuta a violentare questa e quella. Appare evidente che negli Stati Uniti, terra dei liberi, ci sia un sovrappiù di donne dai corpi davvero notevoli (già l’inizio del film è una sfiancante carrellata di adoranti femmine in nude-look) che bramano mostrarsi pur di incassare un gettone di presenza. Cristo, con un osso al posto del pene, violenta una suora. Cristo pratica una fellatio a un prete pedofilo e poi gli strappa il pene. Cristo cammina sulle acque - con effetti speciali da linciaggio - per acchiappare una femmina tatuata. In mezzo, deliranti e lunghissimi dialoghi fra i due protagonisti che si raccontano la vera storia del Gesù cattivo. Jessica Alexandra, in effetti, ha un bel visino e, smacco, è l’unica che non si spoglia. Poi, se non ricordo male, abbiamo alcune scene di altre donne nude crocifisse ma sempre a dimenarsi in maniera godereccia. Mi sovviene anche la sequenza di una scazzottata che muove a pietà. Se, malauguratamente, in questa epoca di porno sovrabbondante, non vi fosse mai capitato di vedere una donna nuda in video, allora Zombiechrist può fare al caso vostro; di materiale anche bello ce n’è, e con dovizia di particolari. Se, invece, cercaste un vero erotic horror, allora scappate il più lontano possibile da questo Cristo zombi e, logico supporlo, da qualsivoglia produzione di Bill, il quale, comunque, fra film, riviste, trasmissioni radio e musica, fa girare diversi soldini con la sua Bill Zebub Productions. Trash, sì, ma mica scemo. Zombiechrist resta un valido parametro moderno per definire cosa sia un film davvero brutto. Un punto perché fare film così impresentabili non è da tutti. Ciò detto, l'estrema assurdità e sciatteria del tutto non può che obbligarmi ad ispezionare, in futuro, altri film del nostro amico Zebub, tenuto anche conto di alcuni titoli: Dickshark (2016), Ant Farm Dickhole (2011), the Worst horror movie ever made (2005) e Assmonster (2006).

TRIVIA

Bill Zebub dixit: “Un giorno, come sfida verso me stesso, ho deciso di fare un lungometraggio. Ho comprato un libro sulla sceneggiatura […] Scrivere stupidi sketch è molto diverso dallo scrivere un film. […] Quando ho capito che i miei film sono guardati da persone al di fuori del metal ho deciso di imparare attivamente a fare cinema, quindi cerco costantemente di imparare sempre di più e di investire sempre più soldi in questo. La cosa strana è che più imparo su come fare un film, più diventa difficile farli. Ora è davvero un lavoro duro” (metalcorefanzine.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di pessimo livello

Titolo originale

Id.

Regista:

Bill Zebub

Durata, fotografia

100', colore

Paese:

USA

Anno

2010

Scritto da Exxagon nell'anno 2017 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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