Chloe, love is calling you
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Voto:
Gotico-esotico di qualche interesse tematico e storico, non del tutto privo di meriti per coloro che hanno la tempra per sopportare la poverty row nella fase di passaggio fra il muto e il sonoro. Gli ardimentosi si troveranno alle prese con una storia di magia e vendetta operata da una vecchia Mami, santona voodoo, che deve farla pagare all’uomo bianco per la morte di suo marito. A suo modo progressista. Fra languidezze varie, atmosfere sudaticce da America dello sprofondo e lotte a mani nude con i coccodrilli della Louisiana (notare che il rettilone ha il blocco alle fauci), emerge l’attrice Olive Borden, la Chloe del titolo, uno dei casi più tristi in quel di Hollywood. La Borden fu una stella di prima grandezza intorno al ’26, richiestissima dal cinema e ricca assai, tuttavia anche refrattaria ad accettare un taglio salariale propostole dalla 20th Century Fox. Il litigio con i produttori la portò ad una sorta di ostracizzazione dalle grandi produzioni alle quali cercò più volte di tornare, ottenendo, però, solo modesti lavori al cinema e nel vaudeville. L’ultima sua pellicola è, appunto, Chloe love is calling you, nella quale comparve perché, in quegli anni, si accompagnava al regista; altro tipo non da poco: 107 film come regista e 134 come attore. Ad ogni modo, Olive finirà la sua esistenza drammaticamente: dopo essersi arruolata nell'esercito come infermiera di guerra, con anche qualche azione eroica a suo titolo, la donna inizierà a bere forte e finirà sul lastrico più assoluto, morendo nel 1947, a soli 41 anni (combo polmonite ed emorragia/tumore gastrico), in un centro per donne in difficoltà in un quartieraccio di Los Angeles nel quale si adoperava lavando i pavimenti. Di tanti film ai quali partecipò, molti andati perduti, Chloe non è certo quello che le ha fatto guadagnare l’imperitura stella sulla Walk of Fame (6801 Hollywood Blvd.). Nondimeno, la parte finale del film, quella con il rito voodoo, ha un suo potenziale evocativo, pur non potendo gareggiare con le atmosfere di Ho camminato con uno zombi (1943) di Tourneur. Di difficile digestione, per la portata melò esaltata da uno score musicale waltdisneyano e cascami stilistici del muto da poco estintosi, Chloe va dritto nel novero delle pellicole memorabilia per chi abbia voglia di avere testimonianza della triste parabola della Borden. E la Mami che fa sacrifici umani voodoo? Divertente, ma non troppo, il fatto che l’attrice afroamericana Georgette Harvey venne scartata al casting per il ruolo di Mami in Via Col Vento (1939), poi assegnato ad Hattie McDaniel, perché aveva la pelle troppo chiara. Questa, però, non è una recensione breve!

Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Marshall Neilan
Durata, fotografia
62', b/n
Paese:
USA
1934
Scritto da Exxagon nell'anno 2022; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0