Acid - Delirio dei sensi
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Voto:
LA RECE
Valido come documento di un cinema che non c'è più. Non molto altro.
Nella New Yor City della controcultura, la società, insoddisfatta bla bla per il benessere bla bla bla, si sfonda di acidi. Scotese imbastisce la denuncia, così come negli anni Trenta, con Reefer madness, Louis J. Gasnier denunciava la deboscia indotta dalla ganja. Scotese denuncia e mostra, secondo le logiche exploitation, ma è anche vero che, come droga-movie, Acid arriva fra i primi nell’Europa di quei tempi. Scotese, qui un po’ Scorsese wannabe, si appoggia al racconto di Lawrence Meade e narra tre storie che, ovviamente, devono concludersi in sfacelo. Il taglio è fra il mondo-movie con interviste ai professoroni, e la narrativa di donne che si sconvolgono con l’acidume e, guarda un po’, vogliono sbracarsi col maschio. La lettura della psichedelia è un po’ d’accatto ma gli ambienti della Grande Mela beatnik hanno un loro fascino, così come le musiche di Armando Trovajoli. Ai tempi, tanto per non disconfermare il fatto che le priorità morali dei moralisti sono sempre imbarazzanti, alcuni politici di casa nostra sbracciarono per un’interrogazione parlamentare contro un film che parlava di droga, un problema che noi mai e poi avremmo avuto! Trip fra dialoghi imbarazzanti e riprese che ricordano il Polselli più eccitato, Acid ci si presenta oggi come un documento storico di un tempo sociale e cinematografico ormai defunto. Come film in sé, invece, è estenuante. La scena del ponte si salva.
TRIVIA
⟡ Per ora, nessuna nota.
Regista:
Giuseppe Maria Scotese
Durata, fotografia
92', colore
Paese:
Italia
1968
Scritto da Exxagon nell'anno 2017; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0