Africa dolce e selvaggia

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Una certa Africa desueta la si rintraccia ma qui ci sofferma con maggior dovizia di particolari sul torbido.

Ultima scorribanda africana per i fratelli Castiglioni che, dietro l’afflato etnografico che vorrebbe farci conoscere un Africa a un passo dalla sparizione (ma non del tutto, basta guardare Workingman's Death, 2005), rimpinzano la loro esiziale documentaristica con scene violente andando a battere il cinque alla shockumentaristica che sarebbe esplosa di lì a poco. Via, allora, a sequenze di prigionieri fustigati, di bambini circoncisi coi ferri vecchi, di denti sistemati con lo scalpello, di serpenti che vengono inseriti in vagina come rito propiziatorio per la fertilità (archetipi validi in ogni dove), di un sacco di galli e galline che fanno tante brutte fini diverse, della ritualità legata all’inumazione, di pratiche di mitridatismo con serpenti e scorpioni, di cammelli sgozzati, di scarificazioni rituali del volto e del corpo. Poi, piatto forte di Africa dolce (mica tanto) e selvaggia, la clitoridectomia ai danni delle bambine; il commentatore, al culmine dell’ipocrisia exploitation, afferma che tali scene non siano state filmate a fini sensazionalistici ma per notiziarci circa il fatto che al mondo succede anche questo. Martirio e martiri del video-giornalismo che, sarà un caso, dedica parecchio minutaggio ai genitali torturati. Comunque, una certa Africa desueta la si rintraccia e, oltre a riproporre ciò che si era visto nei loro precedenti lavori, qui ci sofferma con maggior dovizia di particolari sul torbido. Sempre che possa essere ritenuto un valore aggiunto.

TRIVIA

Nessun dato, per ora.

Regista:

Alfredo Castiglioni, Angelo Castiglioni

Durata, fotografia

96', colore

Paese:

Italia

Anno

1982

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0