Workingman's Death

Voto:

Film documentaristico

LA RECE

Seconda istallazione della Globailization Trilogy di Glawogger, documentario validissimo così come lo sono gli altri due. Qui, fra crudezze e poesia, si visitano ecosistemi di lavoro prossimi ad essere descritti come bolge infernali. Educativo o, comunque, foriero di riflessioni.

Dal regista austriaco di Megacities (1998) e Whores' glory (2011) un crudo documentario sulla condizione di alcuni lavoratori sul pianeta, per l’esattezza: in Ucraina, a Kawahlien (Indonesia), a Port Harcourt (Nigeria), in Pakistan, ad Anshan (Lianoning, Cina) e a Duisburg (Germania). Non si tratta né di una visione consolatoria per noi più fortunati, né di un documentario denuncia rispetto a realtà lavorative che si sa essere estreme. Saperlo, però, non è la stessa cosa che vederlo. Workingman's death funziona come un viaggio negli ecosistemi sociali nei quali una forma di lavoro sfiancante e disumana è una delle tante sfaccettature di un'esistenza ai limiti del comprensibile; un faro che illumina un campo di visione su infernali dimensioni umane in buona parte dipendenti dalla necessità di pecunia, in altri casi legati a fattori culturali. Le immagini, pregevolmente costruite dal direttore della fotografia Wolfgang Thaler, non sono prive di un fascino onirico che riesce a dare pennellate di poesia a cose per nulla poetiche, lasciando nella mente dello spettatore quadri brutali ma visivamente belli con i quali lo spettatore stesso è volontariamente costretto a confrontarsi sul piano morale, etico e ideale. Il regista, che riesce anche a introdurre rispettosissimi sipari (tragi)comici, evita appesantite narrazioni fuoricampo e lascia che le immagini parlino autonomamente, rendendo accessibile la pellicola a coloro che non accedano al documentario nella loro lingua. Il segmento nigeriano con il mattatoio a cielo aperto e la cottura delle carni sugli pneumatici raggiunge livelli di grottesca crudezza da quadro di Bosch con rimandi al cinema documentaristico italiano delle varie afriche selvagge, nude, crudeli ma, qui, con un accento ancor più dantesco, tale che la Nigeria post 2000 sembra assai peggio di quella del XX secolo; tuttavia, non si dimentichi che non tutta la Nigeria è contenuta in questo segmento che, attenzione, turberà i più sensibili. Non meno incisive, anche se visivamente più controllate, le altre storie di minatori piegati in grotte di carbone, trasportatori che si spaccano la schiena su montagne di zolfo, operai che smontano navi a mani nude. Le domande sollecitate dalla visione sono davvero molteplici e vanno dalla semplice costatazione che alcune operazioni mostrate potevano essere eseguite in modo migliore, ad altre riflessioni connesse al fatto che sono tutti capaci di dare consigli quando hanno il culo a riposo e guardano gli altri che si distruggono schiena e vita. Chiuso il film, sembra assurdo che tante realtà così diverse coesistano su un pianeta infine piccolo. E dopo arriva la pietà e l’innegabile costatazione che, a monte di tutte le banalità sul pensiero positivo che tutto può, molto del successo umano è determinato da fattori aleatori che hanno voluto farci nascere in un luogo del mondo e non in un altro, e che a nascere nel posto giusto e nella famiglia buona, sì, si è sfacciatamente fortunati. Decisamente consigliato.

TRIVIA

Michael Glawogger (1959-2014) dixit: “Ho avuto la fortuna di seguire il mio processo creativo più di ogni altra cosa. Non sono mai stato costretto a lavorare per la televisione, ad esempio, per motivi economici, ma ho sempre ritenuto importante andare avanti. Quando ho trovato un campo o un genere che mi piacesse nel cinema, ho voluto sperimentare qualcosa di nuovo. Mi piace il contrasto. Mi piace un'immagine in bianco e nero accanto a un'immagine a colori e mi piace inventare una storia dopo aver affrontato la realtà e la sua rappresentazione nel cinema per mesi e anni” (sekans.org).

⟡ Nessun dato, per ora.

Fast rating

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Titolo originale

Id.

Regista:

Michael Glawogger

Durata, fotografia

122', colore

Paese:

Austria, Germania

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2008 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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