Alyce

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Voto:

Il regista di Zombie strippers (2008) ci riprova ma, questa volta, col cipiglio da drammone psico-squinternato fra sesso, droga, splatter e violenza. La graziosa, fragile e fragilizzata Alyce (Jade Dornfeld), vessata sul posto di lavoro, passa una notte erotica e alterata con l’amica che, poi, chissà perché, butterà giù dal tetto di casa. Da queste premesse, parte il viaggio di Alyce nel paese del degrado, con pompini fatti per pagarsi la dose e scene di alta macelleria, non dimenticando uno strisciante black humor. I registri si integrano male, la narrazione è erratica e il dramma, male illustrato, non decolla. Certo, c'è questo gioco di parole e metaforico di Alyce che finisce giù nel buco folle del bianconiglio per opera dell'amica Carol Lewis (Lewis Caroll è lo scrittore di Alice nel Paese delle meraviglie, ma il parallelismo si ferma qui). Resta il gioco dell’horror a tinte forti, in alcuni passaggi fortissime, con protagonista una donna, la quale cosa dovrebbe generare un particolare contrasto o iniettare una maggiorazione di dramma. Dovrebbe. A me pareva già abbastanza orrorifico e funzionale illustrare la vita di una persona vessata sul lavoro che aveva bisogno di alterarsi con abuso di sostanze per sopportare la routine ma, invece, Jay Lee decide di armare le fragili membra di Alyce con seghetti e mazze da baseball per fare pacchetti dei cadaveri che dissemina per la via. E il troppo stroppia.


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Titolo originale

Id.

Regista:

Jay Lee

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

USA

Anno

2011

Scritto da Exxagon nell'anno 2016; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0