Amityville possession
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Voto:
La famiglia Montelli si trasferisce a vivere ad Amityville. Il male che vive in quella casa catalizza i dissidi familiari. Il tardivo intervento di Padre Adamsky (James Olson) non può evitare il peggio.
LA RECE
Damiano Damiani non era affine all'horror, tuttavia riuscì ad imbastire un film del terrore per nulla brutto benché la produzione pose il progetto troppo all'ombra de l'Esorcista.
Tratto dal romanzo “Murder in Amityville” di Holzer, questo secondo capitolo è, in realtà, un prequel e racconta gli avvenimenti accaduti ad Amityville alla famiglia DeFeo prima dell’arrivo dei Lutz visti in Amityville horror (1979). Regia di Damiano Damiani noto più che altro per film di denuncia civile e, poveretto, per Alex l'ariete (2000). Damiani finì sulla sedia della regia perché, ai tempi, era sotto contratto con De Laurentiis e, quindi, si doveva prestare pur non essendo affine al genere. Il regista, tuttavia, ne esce bene con una regia dinamica, movimenti di telecamera interessanti, a volte ottimi, una componente sessuale ben marcata, score musicale inquietante e sangue quanto basta. Bella e sinistra l'idea del Maligno che sussurra cose turpi tramite le cuffie del walkman Sony, effetto migliorato dal doppiatore italiano e che alcuni vollero leggere come sottile critica anticapitalistica. La narrativa, invece, è piatta e sbrigativa. Amityville possession poteva farcela con le proprie gambe e, invece, va a copiare l’Esorcista (1973): non si tratta di una semplice ispirazione ma si riprendono pari pari le scene: una su tutte, la comparsa sul corpo del ragazzo della scritta "save me" (a Regan compariva "help me") ma anche la scelta del sacrificio di Padre Adamsky per salvare l'anima e il corpo di Sonny appare in debito con il capolavoro di Friedkin. Qualche lungaggine di troppo e sub-plot che si vanno a perdere non inficiano questo horror anche più intrigante del primo film. Seguirà Amityville III (1983)
TRIVIA
Damiano Damiani (1922-2013) dixit: “Non sono portato alla forma delle cose ma alla loro essenzialità. Vuol dire che cerco sempre di capire chi è colui che ho davanti e chi sono io per lui, se posso fargli del bene o del male. Chi ha da dare è perché riceve molto dagli altri. Questo serve anche nel mestiere di regista: pretendi dagli attori ma devi anche dare. Questo è lo slogan da portare nel mondo dello spettacolo” (news.cinecitta.com).
⟡ Verso la fine del film, quando Sonny torna a casa e va nella sua stanza ormai vuota, sul muro c'è un poster di Rocky (1976). L'attore Burt Young, che nel film interpreta lo sgradevole ruolo del padre padrone, partecipò al film del ’76 nel ruolo di Paulie.
Titolo originale
Amityville II: The Possession
Regista:
Damiano Damiani
Durata, fotografia
104', colore
Paese:
USA
1982
Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
